Evasione fiscale e patrimoniale straordinaria
L’evasione fiscale in Italia ammonta al “18% del Pil e colloca il nostro Paese al secondo posto nella graduatoria internazionale guidata dalla Grecia”. La stima è di Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, che l’ha resa nota il 15 novembre durante un’audizione in commissione finanze del Senato. Dato che il PIL italiano nel 2010 è stato di 1.549 miliardi di euro, l’imponibile evaso sarebbe di 279 miliardi di euro. Tassato al 43%, cioè il valore della pressione fiscale media, fornirebbe alle casse dell’erario 120 miliardi di euro. Si tratta dell’8% del PIL. Basterebbe recuperane la metà per chiudere finalmente il bilancio dello Stato in pareggio.
In realtà, proprio il mancato incasso di questi soldi del sommerso comportano un eccesso di pressione fiscale per i cittadini onesti. Infatti, il presidente della Corte dei Conti ha segnalato che “implicazioni del fenomeno emergono ancora più nettamente quando si va a calcolare la pressione fiscale effettiva, rapportando il carico impositivo solo al Pil dichiarato al fisco: la pressione fiscale effettiva va corretta verso l’alto, di circa 10 punti rispetto a quella apparente, con l’effetto, così, anche di un ampliamento della distanza dai partners europei, a causa del nostro più alto tasso di evasione”.
Inoltre, la pressione fiscale è destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni: se si considera “il già contabilizzato taglio delle agevolazioni fiscali recato dalla recente manovra estiva si arriva al 44,8% già nel 2013”. Una soglia che potrebbe crescere ancora considerando “gli aumenti di prelievo che potranno derivare dall’impiego della leva fiscale da parte di regioni ed enti locali”. Tra le imposte più evase c’è sicuramente l’Iva con un tasso che arriva al 36%, inferiore soltanto a quello della Spagna. “La struttura dell’Iva – ha sottolineato Giampaolino – è rimasta quella di inizio decennio con un livello più basso nel confronto europeo e il rendimento dell’imposta italiana risulta intaccato dal livello e dall’estensione delle basi imponibili diverse da quella ordinaria, oltreché dai regimi speciali e di esenzione”.
Di fronte a questa situazione restano profetiche le parole scritte da Luigi Einaudi nel 1946:
“In Italia nessuno crede, neanche a scuoiarlo vivo, che le imposte possano in futuro diminuire. Aumentare sì, diminuire mai. Gli italiani hanno sentito gran bei discorsi sulla necessità di sgravare i contribuenti, ma i fatti hanno insegnato ad essi che le imposte crescono sempre. È accaduto persino che gli italiani abbiano visto nei titoli dei giornali annunciati sgravi tributari; ma, leggendo il testo sottostante, si sono accorti che lo sgravio consisteva in un aumento minore di quello che si temeva od era stato annunciato.”
Dato che le tasse non potranno aumentare senza limiti, verrà un giorno in cui una seria lotta all’evasione fiscale diventerà davvero necessaria e ineludibile. Infatti negli ultimi mesi in Italia la proposta di rendere deducibili alcune spese familiari ha cominciato a circolare. Perché solo creando un effettivo contrasto di interessi tra compratore e venditore si arriverà a risultati significativi nella lotta all’evasione. Nel frattempo si sta facendo strada l’ipotesi di un’imposta patrimoniale straordinaria, seppur contestata da alcuni settori economici e politici. È il caso di ricordare quanto ha scritto in proposito un economista liberale come Luigi Einaudi: “L’imposta straordinaria sul patrimonio dice al contribuente: «Vivi sicuro e fidente. Io vengo fuori ad intervalli rarissimi (…) per mettere una pietra tombale sul passato (…). Per l’avvenire tu pagherai solo le imposte ordinarie che tu stesso, per mezzo dei tuoi mandatari in parlamento, avrai deliberato per far fronte alle spese correnti dello stato. Saranno alte o basse a seconda tu vorrai. Se tu amministrerai bene le cose tue non saranno mai gravose. Potranno essere alte; ma a te sembreranno leggere, perché pagate per ottenere servigi più importanti dell’onere delle imposte pagate».
Molti oggi si lamentano per le tasse troppo elevate e molti criticheranno un’eventuale imposta patrimoniale stabilita dal nuovo governo Monti. Tutti farebbero meglio ad ammettere di aver eletto per decenni rappresentanti politici che hanno tollerato e permesso l’evasione fiscale e che non hanno mai saputo “far fronte alle spese correnti dello Stato”, accumulando debiti su debiti. Per questo le tasse sono diventate sempre più ingiuste e gravose per gli onesti. In fondo l’imposta patrimoniale è un’implicita ammissione di colpa: da un lato si è speso più delle risorse a disposizione e dall’altro ci sono patrimoni che hanno eluso la tassazione ordinaria. Per questo l’imposta patrimoniale straordinaria è diventata una necessità. Ma affinché resti “straordinaria” è necessario che in futuro i “mandatari in parlamento” rispettino la Costituzione, che prevede che ogni legge “che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte” (art. 81).
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