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Quinta mafia, tra omicidi e gambizzazione

Di redazione* il . Lazio

Da gennaio 2011 nella Capitale si sono consumati 27 omicidi. Tra questi, per modus operandi e riscontri investigativi, alcuni sono riconducibili alla criminalità  organizzata. Molti di questi hanno destato viva preoccupazione tra i cittadini, come quello del giovane gioielliere Flavio Simmi, avvenuto con le tipiche modalità dell’esecuzione mafiosa,nel pieno centro della Capitale,nel quartiere Prati, il giorno 5 luglio 2011. Secondo il Procuratore Capo di Roma Giovanni Ferrara : “Nella società romana c’è una violenza eccessiva e incontrollata,anche quella spicciola”.  Per il Procuratore Aggiunto Giancarlo Capaldo della Dda di Roma: “più che essere gli omicidi a destare allarme, ildato che dovrebbe preoccupare di più sono le gambizzazioni…la criminalità organizzata mira alla finanza e ha lasciato il controllo a gruppi autoctoni di livelli medio bassi”.
 Nella strage di Cecchina, località alle porte di Roma, avvenuta il 29 maggio 2011, il duplice omicidio, vide coinvolti tra i presunti killer,oltre a tre personaggi legati al clan mafioso catanese dei Santapaola, una vigilessa di Albano Laziale. Nell’ordinaza di arresto, richiesta dal dr. Capaldo della Dda di Roma, si legge, tra l’altro: “la sparatoria si inserisce in un contesto criminale di elevata pericolosità, una vera azione mafiosa all’interno di contrasti tra gruppi criminali dediti al traffico internazionale di stupefacenti radicati a Catania e nell’area sud del Lazio”. Ma si dovrebbe riflettere, come sostenuto dal Procuratore della Dda Giancarlo Capaldo, sugli episodi di gambizzazione. Gli episodi vanno letti nel contesto ambientale. E collegati con altri episodi. Altre inchieste. Il 29 settembre 2010 viene gambizzato nel quartiere Paroli, l’avvocato penalista Piergiorgio Manca, Il noto professionista risulta tra gli altri difensore di un personaggio rimasto coinvolto nell’inchiesta sul maxiriciclaggio da oltre due milioni di euro che ha coinvolto i vertici di Fastweb e Telecom Sparkle e che ha come personaggio centrale nell’inchiesta Gennaro Mokbel. E devono far riflettere e porre interrogativi le decine di aggressioni legate a regolamenti di conti per il controllo dei traffici criminali che avvengono nella zona del litorale romano. 
Questa zona della Capitale da anni è segnalata nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia e vede agire personaggi della criminalità autoctona e di cosa nostra. Nella relazione del secondo trimestre del 2010 della Dia si segnala l’operatività di gruppi misti criminali riconducibili alle mafie tradizionali come quella del clan Triassi, diramazione del clan siciliano dei Cuntrera Caruana. A più riprese la Dda di Roma ha coordinato inchieste nei confronti di sodalizi criminali dediti al narcotraffico guidati dal noto pregiudicato di Ostia, Carmine Fasciani, esponente di spicco della malavita organizzata locale. Dal 2007 al 2011 nel Municipio di Ostia si sono verificati decine di attentati ai danni di stabilimenti balneari ed esercizi commerciali: nella notte del primo gennaio del 2007 bruciava il ristorante annesso allo stabilimento balneare Med, il 18 luglio del 2007 veniva incendiato lo stabilimento balneare Happy surf, il 18 marzo del 2009 venivano bruciati i locali dello stabilimento Buca Beach, il 22 novembre 2009 il bar dello stabilimento balneare Punto Ovest, il 19 luglio del 2010 venivano nuovamente distrutte dalle fiamme dolose le attrezzature dello stesso stabilimento balneare, il 14 maggio 2010 veniva data alle fiamme parte dal Caffè Salerno, il 3 gennaio del 2011 bruciavano le strutture dello stabilimento balneare Anima e Core, l’11 aprile del 2011, veniva distrutto da un incendio doloso il chiosco Blanco, la notte tra il 27 e il 8 luglio del 2011 venivano incendiati la discoteca Kristal e il ristorante Villa Irma, all’alba del 29 luglio 2011 esplodeva una bomba che danneggiava il locale Pronto Pizza. 
Questi fatti seppur a titolo esemplificativo, rappresentano le modalità di condizionamento dell’economia del litorale di Ostia e più in generale di quella dell’intero litorale romano messe in atto seguendo lo stile mafioso. Nel solo territorio di Ostia si contano come attivi ben cinque clan criminali alcuni di origine autoctona, altri di importazione che dimostrano al momento buoni livelli di collaborazione specie nel riciclaggio del denaro accumulato con le attività delinquenziali: Fasciani, Senese, Contrera-Caruano, Trassi ed ex della Banda della Magliana. Già nella relazione della Dna del 2007, si leggeva tra l’altro: “il litorale romano conferma la sua attrazione anche per altri gruppi criminali di origine siciliana interessati all’affidamento e alla gestione di lotti di spiaggia libera del litorale di Ostia . Agli incendi verificatisi negli anni scorsi a danno di stabilimenti balneari sono seguite indagini su intimidazioni e pressioni subite da rappresentati di cooperative sociali e da amministratori pubblici locali nell’ ambito dei bandi indetti per l’assegnazione delle spiagge”
Estratto del documento realizzato dai giornalisti del coordinamento di Libera Lazio, presentato al convegno del 26 ottobre all’Università La Sapienza di Roma

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