Caltanissetta, condannato per estorsione ex presidente di Confindustria
L’imprenditore nisseno Pietro Di Vincenzo, già ai vertici di Confindustria Caltanissetta e dell’Ance regionale, è stato giudicato colpevole del reato di estorsione: per questo motivo, i giudici del tribunale di Caltanissetta gli hanno inferto una pena di 10 anni di reclusione. Stando alla sentenza emessa, infatti, avrebbe imposto la propria “legge” ai lavoratori del suo gruppo: avrebbero dovuto rinunciare ad una parte dei loro stipendi da indirizzare verso la costituzione di veri e propri fondi neri, necessari per rafforzare il giro d’affari della holding.
Fondi che, peraltro, sarebbero, in parte, serviti per scendere a patti con la politica provinciale e regionale.
Di Vincenzo, in passato accusato di aver avuto stretti rapporti con esponenti dei clan mafiosi di Caltanissetta, venne arrestato nel giugno di un anno fa a conclusione di un’indagine, molto complessa, coordinata dalla Dda nissena e dalla guardia di finanza. Oltre al sistema, parallelo, di costante sottrazione di denaro ai danni dei suoi dipendenti, venne accusato di aver ottenuto un cablogramma, riservato, redatto dagli stessi finanzieri che delineava i sospetti sull’attività svolta dal titolare di un gruppo presente in più settori: dal mercato idrico a quello dell’edilizia.
A sostegno del pool di difesa dell’imprenditore è intervenuto, in una fase oramai avanzata del processo, anche l’avvocato Gioacchino Genchi.
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