Mafie al Nord, come reagisce
la politica
Attrezzarsi contro la criminalità organizzata. Questo l’appello lanciato a Torino da don Luigi Ciotti ai sindaci, e più in generale alle istituzioni politiche del nord Italia. Un invito a non farsi trovare impreparati difronte al dilagare delle mafie in molte regioni italiane. Qual è la situazione nel Nord del paese? Iniziamo da Torino. Proprio al convegno “Mafie al Nord” il sindaco di Torino Piero Fassino ha accolto l’invito lanciato dal presidente di Libera. Fassino si è detto disponibile a proporre una Commissione comunale antimafia, rimarcando, tuttavia che: «La legalità deve ispirare ogni atto e ogni comportamento di una pubblica amministrazione o di un partito».
Alcuni giorni dopo, rispondendo a una richiesta di comunicazioni del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, il sindaco di Torino ha precisato che: «Questa Commissione, la cui istituzione spetta al Consiglio comunale, non si dovrà occupare di indagini in corso su fatti specifici, come l’attuale inchiesta denominata Minotauro, per evitare improprie sovrapposizioni con le prerogative della magistratura». Mentre la città di Torino si attiva di strumenti propri per dotarsi di misure di contrasto contro i boss, la Regione Piemonte ha approvato una legge regionale nel 2006. Più fermento sembra esserci nella vicina Lombardia. A Milano è da poco operativo il Comitato antimafia, presieduto da Nando dalla Chiesa, che ha come compito quello di supportare l’amministrazione cittadina nel contrastare il crimine organizzato. Oltre al Comitato dovrebbe nascere una Commissione comunale antimafia, una istituzione richiesta da molti anni che sembrava sul punto di nascere nel corso della precedente amministrazione di Letizia Moratti, salvo una repentina marcia indietro che ne bloccò di fatto l’istituzione. La Regione Lombardia, dal canto suo, si è dotata di ben due leggi regionali. La prima, approvata a febbraio su proposta del consigliere Renzo Bossi, ha come oggetto l’educazione alla legalità. La seconda, proposta dal consigliere del Pdl Zuffada e approvata a maggio, si concentra su appalti pubblici, beni confiscati, usura e tutela delle vittime di mafia. Su quest’ultimo versante è da segnalare la costituzione di parte civile del comune di Milano nel processo in corso per l’omicidio della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo. Anche un altro comune lombardo, quello di Pavia, ha istituito una commissione antimafia, mentre è fermo l’iter nel comune di Mantova. Altra regione in movimento è la Liguria. Se per il comune di Genova non sembrano esserci i tempi tecnici per l’istituzione di una commissione contro la criminalità organizzata, perchè le elezioni sono alle porte, la Regione discute sull’istituzione di una legge regionale. Provvedimento attualmente in commissione, dove sembra esser pronto l’elenco delle audizioni per passare poi alla discussione in aula. Calma piatta invece nel Nord-est.
In Veneto si registrano provvedimenti su singoli filoni tematici, per lo più sulla questione degli appalti che, sottolinea Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico, la rete degli enti locali contro le mafie: «Sembrano quasi essere l’unica tematica che meriti attenzione». L’Emilia- Romagna, invece, si è dotata di un legge regionale, approvata in larga maggioranza dall’Assemblea Legislativa, che si concentra su un ampio spettro di iniziative. Dal finanziamento di progetti volti all’educazione alla legalità, con attenzione data al mondo della scuola, dell’Università e dell’associazionismo, al recupero dei beni confiscati, fino all’istituzionalizzazione delle giornata regionale delle memoria e dell’impegno il 21 marzo. Non per ultimo l’istituzione di un Osservatorio regionale aperto al mondo delle associazioni. Infine l’Umbria, anche se collocata geograficamente al centro della penisola, si è dotata di strumenti molto interessanti.
Una Commissione regionale antimafia e un Osservatorio regionale sul monitoraggio delle mafie, composto dalle associazioni più attive nel contrasto alla criminalità organizzata. La Commissione ha proposto al Consiglio regionale provvedimenti legislativi di notevole importanza, quale, ad esempio, l’istituzione di una Centrale unica appaltante. Sono alcuni degli esempi importanti su come la politica sta muovendo i suoi passi nel contrasto all’invasione delle mafie.
Un lavoro che dovrebbe essere sicuramente più capillare, in grado di investire anche regioni meno attive, e che dovrebbe dialogare maggiormente con la politica nazionale.
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