NEWS

Mafie nel Lazio
Lo speciale dal seminario

Di redazione il . Lazio

Dall’infiltrazione al radicamento. Oggi all’Università La Sapienza di Roma, è in corso il seminario di studio e approfondimento organizzato da Libera. Un’intera giornata per analizzare la geografia delle cosche che hanno piantato radici ben salde a Roma e nel Lazio. Dal sud-pontino alla Tuscia, da Frosinone fino alla Capitale, hanno trovato un humus favorevole dove sviluppare i propri affari. Spesso nel silenzio e nella disattenzione generale. Al convegno partecipano alcuni dei protagonisti del contrasto all’invasione delle cosche in regione.

Luigi de Ficchy, procuratore della Repubblica di Tivoli; Salvatore Cagnazzo, colonnello del Ros dei Carabinieri di Roma; Giuseppe De Matteis, Questore di Frosinone; Diana De Martino, magistrato della Direzione nazionale antimafia; Filiberto Zaratti, presidente della commissione regionale sulla lotta alla criminalità e Marcello Tocco coordinatore dell’Osservatorio del Cnel sulla legalità. Oltre ai rappresentanti istituzionali saranno presenti anche gli animatori dell’antimafia sociale: don Luigi Ciotti, presidente di Libera con Gabriella Stramaccioni, direttrice di Libera e Antonio Turri, coordinatore dell’associazione nel Lazio; Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente. A moderare il convegno Santo Della Volpe, direttore di Libera Informazione e Alfredo Di Giovanpaolo del TgR Lazio.

Un’occasione di confronto e analisi in uno dei momenti dove maggiore è il peso delle mafie nella regione. E’ di venerdì scorso la notizia della vandalizzazione del Villaggio della Legalità a Borgo Sabotino, bene confiscato e indirizzato verso il riutilizzo sociale. Delle scorse settimane, inoltre, la denuncia sulla mancata assegnazione in termini di legge di numerosi beni confiscati da parte del Comune di Roma. Senza dimenticare gli omicidi che negli ultimi mesi hanno insanguinato le strade della Capitale.

Arresti, sequestri e operazioni antimafia sono diventati come una “routine”, mentre appare lenta la risposta della politica. Un’occasione, quella del seminario organizzato da Libera, per comprendere l’attuale forza delle mafie nel Lazio, e la capacità di reazione dei diversi attori. In primo luogo la società civile.

La diretta dal seminario di studio e approfondimento

(a cura di Libera Informazione)

17.00  E’ la coordinatrice nazionale di Libera, Gabriella Stramaccioni, a chiudere con il suo intervento questa giornata di studio e approfondimento sulle mafie nel Lazio. “Dall’incontro di oggi – ha dichiarato la Stramaccioni –  è evidenete che le infiltrazioni mafiose nella regione non sono affato un fenomeno sporadico o lontano. Dagli interventi della giornata è emersa tutta la forza economica che hanno le organizzazioni criminali, la loro capacita’ di investire capitali, frutto di riciclaggio e anche le specificità di questa forma di organizzazione criminale nel lazio”. “C’e’ rischio forte  di una mafiosizzazione del territorio  – prosegue – e per questo serve incentivare lavoro di educazione alla legalità e cittadinanza nelle scuole e con i giovani”. Dalla giornata di studio è emersa la necessità di dare maggiore efficacia alle indagini, anche perchè ci sono pochi strumenti a disposizione e gli interventi del Governo continuano ad andare in direzione opposta: basti pensare allo smantellamento di alcune sedi della Dia, quando dall’altro lato i cittadini chiedono l’apertura di nuove sedi, anche a Latina”. La Stramaccioni si sofferma poi sulla questione relativa ai beni confiscati nel Lazio, prima regione a dotarsi di una Agenzia regionale per la gestione di questi beni sottratti alle mafie,  modello positivo da cui e’ stata mutuata l’agenzia nazionale. Infine, i fatti di questi giorni. “Su Borgo Sabotino, il villaggio della legalità danneggiato da raid – dichiara la Stramaccioni: sono loro che hanno perso perchè nonostante l’atto vandalico, in poche ore il villaggio era stato ripulito da decine associazioni e volontari”. Un segnale di speranza, quello della reazione della società civile,  con il quale si chiude questa giornata di lavori che è l’inizio di un percorso che rafforzerò il  lavoro della società civile, in rete con magistratura, giornalisti e istituzioni.

16. 50 Infine la parola agli esponenti delle istituzioni locali. A rappresentarle oggi al seminario organizzato da Libera, Filiberto Zaratti, presidente della Commissione regionale del Lazio. “Per sconfiggere le mafie – ha dichiarato Zaratti nel suo intervento – c’è bisogno di ripartire da quello che è stato l’elemento forte della battaglia antimafia e della rete promossa da Libera: i beni confiscati e il loro riutilizzo sociale”.  Zaratti ricorda il caso negativo dei beni non ancora assegnati nel comune di Roma. “E’ un messaggio dato alle mafie. Ma nel Lazio sono 500 i beni confiscati, di questi quasi 400 sono a Roma. Zaratta parla anche delle responsabilità della politica. Cita il caso Fondi (il mancato scioglimento del comune inquinato da rapporti con mafie) e il caso di Nettuno (comune sciolto per mafia nel Lazio). Ricorda anche che altre indagini sono in corso per i comuni di Ardea, Minturno e Pomezia. 

16.35 Antimafia e illegalità ambientali nel Lazio. A parlarne al seminario in corso a La Sapienza sulle mafie nella regione, Enrico Fontana, curatore del rapporto annuale sulle Ecomafie e direttore di “Paese Sera”. “Nel Lazio c’e’ una crescita costante di illeciti ambientali relativi al ciclo rifiuti e ciclo del cemento – dichiara Fontana. La maggior parte di questi reati, portano la regione al 5° posto per i  reati commessi nel ciclo dei rifiuti e al 4° per quelli nel ciclo del cemento. Questi reati – precisa Fontana – non sono commessi direttamente dai boss ma da imprenditori e comuni cittadini (abusivismo). Tuttavia -spiega Fontana –  le regioni che hanno maggiore presenza mafie le stesse in cui sono alte le cifre legate ai reati contro ambiente. La criminalità entra in azione facendo “sistema”:  dal cemento illegale e depotenziato al lavoro nero nei cantieri, dalle speculazioni al riciclaggio nel settore edilizio. “Tutto questo – conclude Fontana –  in un paese dove i reati contro l’ambiente non sono puniti dal codice penale”.

15.30  Il seminario “Mafie nel Lazio” riprende con l’intervento di Marcello Tocco, coordinatore dell’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel. “E’ difficile parlre di Quinta mafia – ha detto Tocco –  perche’ si tratta di una criminalita’ piu’ strettamente economica. Tutte le nuove mafie hanno questo tratto globale perchè sono dentro una economia globalizzata”. Tocco sostiene che  questo tipo di mafie non sia interessato al controllo del territorio ma delle attività economiche.  “In particolare – continua Tocco – le mafie nel Lazio hanno utilizzato l’usura per inserirsi nel tessuto economico legale. E non c’è – come chiesto per contestare il 416 bis – un controllo pervasivo del territorio ma piuttosto un controllo economico”. “In questo caso – conclude Tocco – un miglioramento che si potrebbe apportare al  416bis sarebbe estenderlo al controllo “economico” di un territorio.

13.30 Pausa. I lavori riprenderanno alle 15.00

13.00 A chiudere la prima parte del seminario “Mafie nel Lazio”, il presidente di Libera, Luigi Ciotti che parte proprio dagli strumenti di contrasto alle mafie.  “Il 45 – 50 percento dei beni immobili confiscati non sono riutilizzabili perchè sono sotto ipoteca bancaria – dichiara Ciotti – da anni si chiede alla politica di  intervenire per sbloccare la situazione. In molti casi, come a Borgo Sabotino, beni confiscati sono travolti da violenza e vandalizzati in totale impunità”. Illegalita’ e mafie rischiano di essere forti perchè la politica e’ debole e la democrazia e’ pallida. “Nel contrasto alle mafie – prosegue – serve continuità. C’è fermento di illegalità, le mafie sembrano essersi mimetizzate nella società civile, mentre questa  si sta mafiosizzando”. “Corruzione e criminalita’ sono le questioni piu’ gravi dell’ attuale modello politico economico – continua Ciotti. Non solo le mafie ma anche la massoneria è una scheggia impazzita che avvelena il nostro Paese.

12.36 Una disamina delle principali operazioni di contrasto alle mafie arriva al seminario dall’internvento di Diana De Martino della Direzione nazionale antimafia. Una panoramica che va dalle operazioni antimafia contro gli Alvaro di Sinopoli e Cosoleto, proprietari qui a Roma del Cafè de Paris, ai Mallardo di Giuliano. Dai Pelle di San Luca di Gallico sino alle “mafie autoctone” come i Casamonica, attivi a roma per quel che riguarda i reati di  usura e traffico di droga. E infine Diana ha approfondito il “Caso Fondi”, dove le mafie avevano messo le mani sul Mercato ortofrutticolo e – come dimostrato da una relazione del prefetto Bruno Frattasi, persino sull’amministrazione comunale.

12.00 Il seminario sta portando alla luce dati, numeri e fatti poco noti. A proseguire la giornata di studio è Giuseppe De Matteis, questore di Frosinone. “A Frosinone – afferma De Matteis – sono presenti tutte e tre le diverse organizzazioni mafiose. Nel 2011 sono state fatte 5 informative di 416 bis e numerose altre per il reato di riciclaggio. Su questo De Matteis si sofferma aggiungendo: “E’ il riciclaggio il vero core business delle mafie nei territori dove sono presenti, come nel Lazio. Per ripulire il denaro sporco proveniente da attività illecite le mafie devono investire, acquistare”. E poi un dato importante. “Il passato le mafie guadagnavano solo il 60% del denaro prodotto. Oggi invece grazie alla rete capillare di professionisti guadagna sino al 90-95% del denaro prodotto”. “Ma nel Lazio siamo ben oltre il riciclaggio, conclude De Matteis. In alcune aree come Cassino, siamo già al controllo del territorio”.

11.30 Il seminario procede con l’intervento di Salvatore Cagnazzo
Colonnello comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Roma che afferma: “Il comando provinciale dei carabinieri di Roma, negli ultimi 3 anni, ha confiscato beni per valore 153 mln euro. La città è diventata base logistica di investimento del denaro sporco e controllo delle attivita’ commerciali. Roma inoltre non e’ piazza di spaccio ma è il centro del narcotraffico in italia. Nei primi dieci mesi del 2011, i carabinieri hanno sequestrato 5 mila chili droga di cui 1187 erano cocaina”

11.10 “Nel lazio e a Roma, in particolare, sono presenti mafie di vario tipo da più di trent’anni – continua De Ficchy. E si sono trovati qui per tre motivi
principali: la citta’ e’ una piazza commerciale di primo piano nello
scenario nazionale. Roma, inoltre, e’ centro di potere politico: è qui che vengono prese decisioni
su grossi investimenti e grandi appalti. La capitale, infine, e’ una enorme piazza del
consumo di droghe”. “Inoltre, a Roma le mafie hanno rafforzato il proprio potere grazie ai rapporti con massoneria e mondo politico nazionale. Il magistrato invita poi la società civile della regione ad essere più attiva e respingere alcuni comportamenti omertosi e i silenzi che già si sono fatti strada nel sudpontino in questi anni.

10.00 Il primo magistrato ad intervenire è Luigi De Ficchy e ricostruisce la storia criminale di questa mafia ormai radicata nel territorio. “Le mafie a Roma sono presenti gia’ dagli anni ’50 con una criminalita’ autoctona romana – dichiara De Ficchy –  che non è violenta ma ha come finalità quella di acquisire potere economico. Inizia con l’usura per poi passare all’acquisizione dell’attività commerciali – finanziarie nella Capitale. Due nomi di questo crimine organizzato sono Domenico Balducci e Enrico Nicoletti”.


9.30 La parola passa ad Antonio Turri, referente di Libera per il Lazio e profondo conoscitore del fenomeno. “Le mafie nel lazio si sono infiltrate  negli anni ’80 e radicate nei ’90 – afferma Turri –  trovando nella città di Roma una realta’ appetibile per gruppi economici criminali. A fine anni ’90 l’assalto e’ stato completato”. “Dal radicamento – prosegue –  i gruppi criminali hanno ricevuto oggettivi benefici: riciclaggio, investimento di denatro sporco contatti con la politica. Si è trattato di una contaminazione”. Ma sempre più, in ogni indagine che coinvolge il Lazio – sottolinea Turri –  si trovano in posizione preminente persone legate alla criminalita’ autoctona e coinvolgimento di pezzi della politica e dell’economia del Lazio”. Infine un aggiornamento sulla situazione a Sabotino. “Domani  si svolgerà un Consiglio comunale straordinario a Borgo Sabotino. La Banca Bnl paribas comprera’ i computer danneggiati durante l’atto vandalico”.

9. 15  Ha introdotto i lavori
Mario Caravale, preside della facoltà di Giurisprudenza, La Sapienza,
Roma. “Nel contrsto alle mafie – ha dichiarato –  serve che ognuno
faccia il proprio dovere.
Anche l’Universita’, nonostante sia colpita da politica insana di tagli

nel personale e nelle spese ricerca”

9.04 A moderare i lavori della mattinata, il direttore di Libera Informazione, Santo Della Volpe che lancia subito un monito dopo  il danneggiamento del villaggio della Legalità a Borgo Sabotino. “Più che di un atto vandalico – ha dichiarato in apertura – si è trattato di un attento alla nostra democrazia”

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link