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Beni confiscati, una delegazione serba in Italia

Di Anna Foti il . Calabria

L’impegno della Serbia per il contrasto alle organizzazione criminali attraverso l’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati. Una carta in più per entrare anche in Europa, dopo la legge per la restituzione dei beni confiscati durante il regime comunista di Tito e che riguarda circa 150 mila ex proprietari e loro eredi, esuli un tempo proprietari di palazzi e alberghi, esperienza praticata anche in Croazia.  Così la Serbia si porta avanti e già nel 2009 l’istituzione del Direttorato serbo per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati proventi di attività criminali e l’incontro con l’allora commissario straordinario del Governo Antonio Maruccia con il vice-Direttore del Direttorato serbo, Ms. Dragana Djordjevic.

Adesso una due giorni intensiva di apprendimento delle cosiddette best – practices in materia di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati e soprattutto sulla gestione degli stessi proprio a Reggio Calabria dove una delegazione di magistrati, funzionari dell’Agenzia per la gestione dei beni sequestrati e confiscati e di funzionari di polizia serbi, guidata dal Aleksandar Vujicic, Giudice della Corte d’Appello di Belgrado, ha incontrato il direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, Giuseppe Caruso, e, per la Guardia di Finanza, il comandante internazionale Sud Occidentale Saverio Capolupo ed il comandante provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza, il colonnello Cosimo Di Gesù.  Pianificata a margine dell’iniziativa, anche la visita di alcuni immobili confiscati riutilizzati socialmente e tra questi il Villaggio dei Giovani dell’associazione ‘Attendiamoci Onlus’ a Reggio.  Una conferma, dunque, dell’interesse all’esperienza pluridecennale dell’Italia da parte di paesi stranieri. Un’esperienza ormai collaudata certamente dal punto di vista investigativo ed esecutivo, anche se con la permanenza delle criticità sul fronte della gestione dei beni sottratti, soprattutto delle imprese che continuano ad operare e per le quali è prioritaria la tutela del patrimonio di risorse umane, e dell’effettivo riutilizzo sociale dei beni confiscati.  Incontri in cui condividere procedure, modalità e tecniche investigative, in cui affrontare le tematiche relative alla tutela dei terzi in “buona fede”, oltre che all’utilizzo ai fini sociali dei beni confiscati alle organizzazioni criminali. 

In particolare l’iniziativa che ha visto la Serbia in riva allo Stretto è stata pianificata in collaborazione con l’O.S.C.E. (Organizzazione Sviluppo e Cooperazione Economici) , e promossa dal II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza – retto dal Gen. B. Carbone Michele – attraverso il proprio Ufficiale distaccato presso l’Ambasciata di Belgrado Col. Fiore Serafino nell’ambito della promozione e dell’attuazione di forme di cooperazione operativa, a livello internazionale, con organismi collaterali esteri, per il contrasto delle violazioni in materia economica e finanziaria a tutela del bilancio dello Stato e dell’Unione Europea.  Altri momenti di confronto saranno organizzati con funzionari dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nonché con Ufficiali in forza al GICO (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo P.T. alla sede di Reggio Calabria.

www.reggiotv.it

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