NEWS

Operazione “Augusta”: come la “Iron service” di Totò Rizzo avrebbe imposto il pizzo

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Il gruppo di Totò Rizzo aveva architettato un sistema per imporre il servizio di “buttafuori” nei locali, in occasione di manifestazioni ed eventi. Estorsioni dai modi gentili e garbati, almeno all’inizio, per coprire un metodo mafioso. A tal fine era stata concepita la “Iron Service”, impresa registrata presso la Camera di Commercio di Lecce: Stefano Rizzo che risultava come unico titolare, in realtà avrebbe svolto l’attività per conto del clan guidato da Salvatore Rizzo e d’intesa con Oliviero Centonze, Cristian Rizzo, Ivan Firenze e Nicolino Maci.

Pressioni sui clienti e colpi inferti ai concorrenti, così agiva la “Iron Service”. Le indagini hanno comprovato nei dettagli il modo di operare di questa organizzazione criminale, a cominciare dalle lettere indirizzate ai commercianti e ai titolari di attività. Lettere congegnate con grande perizia, contenenti, in un primo momento, minacce velate, poi sempre più chiare ed esplicite. Le prime missive sono state inviate nel settembre del 2007. La busta era intestata all’agenzia “Iron Service”, l’indirizzo del destinatario era stato scritto con l’uso di un normografo e il contenuto grazie alla stampante di un computer. Si garantiva “protezione sicura e professionale” per poi concludere con un ammonimento: “Ve lo assicuriamo… soddisfatti o rimborsati e tutti vivranno felici e contenti… e sarà meglio per tutti”. Trascorsi venti giorni veniva inviata un’altra lettera con un tono ancor meno rassicurante: “Ultimo avvertimento un guardiano dell’Iron Service risolve i tuoi problemi”. La terza missiva conteneva invece un’esplicita minaccia: “Faremo male ai vostri figli”.

Sono stati il gestore di una nota discoteca della costa adriatica, quello di un bar del centro di Lecce e il titolare di un ristorante molto frequentato, sempre in città, a consegnare le lettere ai carabinieri. Procura e investigatori erano già stati allertati da un esposto anonimo inviato dai gestori di locali pubblici del centro storico di Lecce, nel quale si denunciava l’arroganza e la prepotenza con cui il titolare dell’ “Iron Service” si presentava nei locali fiancheggiato da cinque o sei complici, insieme ai quali minacciava i dipendenti e molestava gli avventori.

Anche i concorrenti dell’“Iron Service” hanno confermato questi fatti, lamentando a loro volta come quelli dell’agenzia di Rizzo non avrebbero avuto nessun riguardo nei loro confronti. Interessante leggere quanto scritto a proposito dal titolare di un’impresa concorrente: «I gestori sono intimiditi dalla Iron Service poiché sia Rizzo che Centonze quando si presentano fanno il nome di Totò Rizzo, capo storico della Sacra Corona Unita e zio di Stefano e di Cristian, evocando così stretti legami con la criminalità organizzata». Centonze era stato abbastanza esplicito nei confronti del gestore della discoteca nel rivelargli come dietro alla “Iron Service” ci fosse proprio il boss detenuto all’ergastolo: «Abbiamo aperto una nuova agenzia, l’agenzia di Totò, ora devi lavorare con noi».

Da un’intercettazione di un colloquio all’interno del carcere di Napoli-Poggioreale si ha l’ennesima conferma di come Totò Rizzo si interessasse alla gestione e all’affidamento della “Iron Service”. Infatti, nella conversazione, sua moglie Maria Assunta Stella gli comunica che loro nipote, Cristian Rizzo, non aveva potuto rendergli visita in quanto convocato in Questura per il disbrigo di pratiche relative all’agenzia “Iron Service”. Totò Rizzo, che in un primo momento non aveva dato importanza a ciò che gli aveva detto la moglie, sul finire del colloquio le chiede di fornirgli con esattezza, tramite lettera, le esatte motivazioni della convocazione in Questura del nipote.

Le indagini dei Ros hanno certificato che la “Iron Service” non solo avrebbe esercitato pressioni sui privati, ma è stata anche impiegata nell’attività di protezione e sicurezza in manifestazioni pubbliche, in alcuni casi organizzate o patrocinate da amministrazioni comunali. Fra queste si possono citare: il Premio Barocco, Miss Mondo, ma anche concerti e ferie che si sono svolti a Lecce (l’esibizione di Tiziano Ferro e quella dei Negramaro).

«L’agenzia Iron Service costituiva una promanazione diretta della frangia mafiosa della Scu facente capo a Salvatore Rizzo e a Ivan Firenze e, pertanto era uno strumento per commettere azioni estorsive e per determinare l’assoggettamento delle attività economiche nel territorio salentino con l’imposizione, con intimidazione mafiosa, del servizio di protezione e guardiania agli esercizi pubblici». Quelli dell’ “Iron Service” nel minacciare i dipendenti dei locali e nell’arrecare disturbo ai clienti facevano leva sul nome di Salvatore Rizzo, noto come leader di un clan mafioso.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link