I coinvolti nella retata
Quarantanove arresti e venti indagati a piede libero. Questo il risultato dell’indagine dei Ros che è sfociata nell’operazione “Augusta” coordinata dalla Procura antimafia e condotta dai carabinieri del Ros, il Raggruppamento operativo speciale. “L’operazione conferma che la Sacra Corona Unita è viva. Guai ad abbassare la guardia”. Questo il commento del procuratore Cataldo Motta dopo gli arresti. Vediamo chi sono i destinatari della misura cautelare raggruppati per reato.
Associazione mafiosa: Salvatore Rizzo, 59 anni, capoclan a Lecce, detenuto nel carcere di Saluzzo; Ivan Firenze, 40 anni, leccese, detenuto a Padova, luogotenente di Rizzo e a capo di una frangia (risponde anche di droga ed estorsioni); Nicolino Maci, 35 anni, di Lecce, referente della frangia di Firenze (risponde anche di droga ed estorsioni); Federica Ciminiello (moglie di Maci), 27, di Lecce; Simone Corrado, 30, di Cavallino; Maurizio Di Nunzio, 27 anni, di Maglie, detenuto a Viterbo; Massimiliano Bracale, 41 anni, di Lecce; Oliviero Centonze, 41, di Lecce; Marco Greco, 31, di Maglie, detenuto a Lecce; i fratelli Lazzari: Claudio, 43, di Lecce, e Luigi detto Gino, 36, di Cavallino; Andrea Leo, detto Vernel, 40, di Vernole, capo del gruppo mafioso “Leo-Verardi”; Davide Longo, detto Ferita, 36, di Lizzanello, già detenuto a Lecce; Antonio Pepe, detto Totti, 40, di Lecce, detenuto a Secondigliano; Federico Perrone, 26, di San Donato; Gabriele Rizzo, detto Cristian, 40, di Merine, (è accusato anche di droga ed estorsioni); Stefano Rizzo, 34, di Lecce (risponde anche di estorsione); Luigi Santoro, detto Pea, 41, di Melendugno, detenuto a Lecce; Roberto Schiavi, 41, di Merine, (è accusato anche di droga); Roberto Solito, 45, di Castromediano (risponde anche di droga); Alessandro Stabile, 31, di Lecce (risponde anche di droga); Tonino Caricato, 30, di Cavallino, già detenuto, (risponde anche di estorsione e droga); Cristian Longo, 28, di Lizzanello (risponde anche di spaccio); Giuseppe Mazzeo, 31, di Castrì risponde anche di estorsione); Francesco Pastore, detto Checco, 28 di Cavallino; Alessandro Verardi, l’ex latitante, 32 anni di Merine, a capo dell’omonimo gruppo, già detenuto (risponde anche di estorsione); Stefano Mazzeo, 31, di Lizzanello, già in carcere (risponde anche di droga); Alessandro Perrone, detto Bilancia o Pollicino, 29, di Lizzanello.
Di traffico di sostanze stupefacenti cessione di droga sono accusati: Claudio Camassa, 54, Lecce; Alessandro Luigi Cocco, 28, di Roma; Gabriella De Leo, 44, di Lecce; Pietro De Leo, 35 di Lecce; Francesco D’ Ostuni, detto Cecchino, 55, di Lecce; Rossana Elia, 43, di Lecce; Serenella Fiorentino, 42, di Lecce, già detenuta; Sergio Greco, 53, di Lecce; Raffaele Martena, 25, di Brindisi, già detenuto; Alberto Piccari, 52, di Roma; Nicola Pinto, 24, di Lecce; Pietro Rampino, 59, di Trepuzzi; Andrea Saponaro, 24, di Torchiarolo; Giancarlo Sparapane, 41, già in carcere.
Di estorsione aggravata dal metodo mafioso, rispondono: Francesco Caricato, 34, di Cavallino; Mauro Ingrosso, 27, di San Cesario; Andrea Monittola, 32, di Cavallino.
Quattro ordinanze non sono state eseguite perché i destinatari sono latitanti: Carlo Brancatelli, 47 anni, di Ciampino; Oliviero Centonze, 45, di Lecce; Paolo Cocco, 58, di Roma; Alessandro Fago, 40, commerciante di San Pietro Vernotico.
Risultano indagati anche Maria Assunta Stella, la moglie di Salvatore Rizzo, che avrebbe avuto il compito di veicolare all’esterno del carcere gli ordini del marito, Ettore Costantini, Vittorio Maci, Riccardo Mele, Marianna Serio, Alice Signore, Luciano Beneggiamo, Egidio Buttazzo, Roberto Fina, Roberto Mangia, Andrea Marra, Nicola Montinari, Angelo Montinaro, Marco Perrone detto Pollicino e Onoria Assunta Rossetti.
Sono stati nominati come difensori gli avvocati Luigi e Roberto Rella, Luigi Corvaglia, Francesca Conte, Francesco Vergine, Giuseppe De Luca, Antonio Savoia, Paola Scarcia, Paolo Cantelmo, Giancarlo Dei Lazzaretti, Pantaleo Cannoletta, Amedeo Martina, Laura Minosi e Stefano De Francesco.
Alessandro Fago che era sfuggito all’arresto si è costituito. Tutti i detenuti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tutti ad eccezione di Andrea Monittola che ha risposto alle domande del gip ed ha respinto l’accusa di aver preso parte ad un’estorsione aggravata dal metodo mafioso.
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