Intercettazioni fondamentali per operazione contro criminalità pugliese
Grazie alle intercettazioni si capisce come il Macchia sia un personaggio molto impegnato non solo a stringere intese con l’ Albania, ma anche con la criminalità barese. A tal proposito scrive il gip: “Uno dei ruoli che Emanuele Macchia ricopriva nell’ ambito dell’ associazione dedita ai traffici di stupefacenti da lui promossa era quella di ricercare sul territorio nazionale soggetti interessati all’ acquisto dello stupefacente inviatogli dagli albanesi e, in particolare, da Meto”.
Macchia avrebbe trovato gli acquirenti ad Andria. Due soggetti con i quali, dapprima si è accordato per la vendita di un gommone, e poi avrebbe avviato le trattative per importare un grosso carico di droga proprio con quel natante. Per soddisfare la domanda della sua clientela il boss si sarebbe attivato comunicando l’ ordine a Ilir Meto, il trafficante albanese: “Mi servono tre di quelle cose là… a dieci subito”, facendo capire che gli sarebbero serviti tre chili di sostanze stupefacenti a diecimila euro al chilo. Le intercettazioni dimostrano come le contrattazioni siano state frenetiche e come Macchia intrattenesse rapporti con gli albanesi e gli andriesi. Dal canto suo anche l’ acquirente lascia trapelare una certa impazienza: “Lunedì mi sta dicendo l’ amico che il copertone (lo stupefacente) si tagliò… e quello gli interessa molto adesso a lui… perché il gommista adesso non ce l’ ha quella misura, ecco perché…”
In una telefonata successiva viene fissato un appuntamento con un albanese, che risiede nel leccese, affinché custodisca la droga. Un’ altra chiamata sembra confermare l’ avvenuta cessione: “Per il fatto dei cerchi là… della macchina dei copertoni… è tutto a posto. Mi sto organizzando e ti chiamo…”.
Trackback dal tuo sito.