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Il nascondiglio misterioso

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Dalle intercettazioni telefoniche emerge l’ esistenza di un nascondiglio nella zona 167 di Lecce. Anche dalle conversazioni effettuate da Attilio Salvini, alias Emanuele Lele Bamp, di 27 anni, operaio leccese raggiunto dalla misura cautelare, si evince l’ esistenza di un deposito. “Stabile risorsa a disposizione del gruppo, con compiti di responsabilità”, “volta al recupero di un ingente quantitativo di stupefacente fatto pervenire in Italia e poi sbarcato a Torre Rinalda, marina del leccese, oltre che, ovviamente, del corriere”. Così viene indicato nell’ ordinanza di custodia cautelare il Salvini.

Il nome di Salvini è presente in due episodi. Nel primo avrebbe manifestato un forte interesse per un carico di sostanze stupefacenti. Le contrattazioni avrebbero avuto luogo nel porto di Brindisi, dove ci sarebbero prove sulla presenza dell’ operaio leccese in ben tre occasioni (l’ 11, il 14 e il 26 aprile 2007).

Grazie alle intercettazioni gli investigatori avrebbero portato alla luce il piano del trafficante albanese Ilir Meto, che intendeva inviare dall’ Albania un carico di droga per Salvini. Complice del losco traffico doveva essere un certo “Tani” che lavorava sulla motonave con tratta Valona-Brindisi. L’ affare non si concretizzò perché, a quanto pare, vennero a mancare le condizioni migliori per la consegna delle sostanze stupefacenti.

In un altro episodio Salvini avrebbe collaborato col gruppo al fine di recuperare un grosso quantitativo di droga arrivato a Torre Rinalda.

Dalle intercettazioni telefoniche si scopre che lo stupefacente dopo un recupero “affannoso e travagliato” viene preso in consegna dal Salvini che lo occulta in un locale situato nella zona 167 di Lecce. Questo locale apparteneva all’ organizzazione criminale insieme ad un altro immobile dove la droga sarebbe stata successivamente spostata dopo i contrasti tra il trafficante leccese e il resto del clan. Contrasti dovuti al compenso richiesto per il recupero della “merce”.

Eloquente l’ intercettazione che segue: “Stavo dicendo…l’ assicurazione no?… Eravamo rimasti che si faceva a 250… (voleva dire 250 al chilo)… che poi io la macchina la dovevo pagare 12.500”. E a Ilir Meto, il trafficante albanese che parlava con lui e faceva finta di non capire, Salvini avrebbe insistito “Mi ha detto che ne vuole 550 (al kg) che forse c’ è l’ aumento… io con te sono rimasto a 250”.

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