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Parma, ancora arresti per corruzione

Di Gaetano Liardo il . Emilia-Romagna

A Parma la corruzione è diventata dilagante, endemica. Ancora arresti, quattro quelli di ieri, che ruotano attorno all’amministrazione comunale. A finire in manette l’assessore ai servizi educativi, Giovanni Paolo Bernini, un funzionario comunale e due imprenditori. In totale si contano quindici arrestati tutti legati a fenomeni di corruzione e collusione. Una situazione esasperante che ha spinto centinaia di cittadini, radunati davanti al Comune della città ducale, a chiedere nuovamente le dimissioni del Sindaco e una nuova amministrazione. Gli indignati di Parma, sono stati definiti, una reazione dal basso fortemente trasversale di gente comune che non ne può più di malaffare e corruttela. Giuseppe La Pietra, coordinatore provinciale di Libera Parma, non nasconde la sua amarezza. «C’è una situazione preoccupante – commenta – giustificata già dall’operazione Green Money, che ha portato all’arresto di undici persone».

Era giugno e la rabbia della gente divenne esplosiva per lo sperpero di denaro pubblico. Opere inutili commissionate e mai portate  a compimento. «Con gli arresti di ieri – aggiunge La Pietra – notiamo che sempre più la corruzione è diventata una specie di modus operandi nel contesto dell’amministrazione pubblica. Una situazione per noi fortemente preoccupante che ha spinto Libera Parma ad unirsi al coro di indignazione di altre associazioni». Un movimento spontaneo, di quelli che non si vedevano da molti anni in città. Ma il sindaco tiene duro e sembra non volere scegliere la via delle dimissioni. I numeri in Consiglio comunale dovrebbero, ma il condizionale è d’obbligo, confermargli la maggioranza.

«La questione non è avere i numeri per continuare a governare la città» sottolinea il coordinatore di Libera, ma: «Una risposta al suo elettorato che in grande parte era in piazza anche ieri. Le dimissioni non sono – come dice il sindaco – una strumentalizzazione politica, sono un atto doveroso nei confronti dei cittadini che non credono al suo modo di servire la città. Non c’è nessun servizio ma tanti comitati d’affari che gestiscono la cosa pubblica all’insaputa del sindaco». Dure e ferme le posizioni del Procuratore capo della Repubblica, Gerardo Laguardia, nel corso della conferenza stampa di ieri. «C’è la responsabilità dei partiti – ha dichiarato – nell’ascesa degli uomini politici che li rappresentano». Uomini come Bernini, arrestato per delle tangenti ricevute per gli appalti per la fornitura delle mense scolastiche, rinnovati senza gare d’appalto. Uomo già noto agli inquirenti che hanno indagato sulle sue presunte frequentazioni con Pasquale Zagaria, l’anima imprenditoriale del clan dei casalesi.

«Bernini – sottolinea La Pietra – è stato il braccio destro di Pietro Lunardi, il ministro che disse che con i boss bisogna convivere. E’ stato coinvolto nell’arresto di Aldo Bazzini, l’imprenditore di Parma definito l’anello di congiunzione tra i casalesi e gli imprenditori del nord-Italia. Bernini fu interrogato ma non furono riscontrati reati, tuttavia la frequentazione è stata accertata. Non sono state trovate prove, però ci sono chiari segnali di frequentazioni con Zagaria». Da qui la richiesta, riprendendo quanto detto dal Procuratore capo, a scegliere bene chi candidare alle competizioni elettorali. «Parma nel 2012 andrà sicuramente alle elezioni. Il procuratore ieri nel corso della conferenza stampa ha invitato i partiti a scegliere bene i loro candidati. Noi aggiungiamo che anche se una persona non è stata condannata con sentenza definitiva non può essere candidato ad una carica pubblica se ha delle frequentazioni dubbie. Queste affermazioni – sottolinea La Pietra – per una città come Parma sono significative. L’impegno di Libera è quello di lavorare su una piattaforma con la quale interloquire con i candidati nell’ampio contesto del contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose».

Un tentativo per cercare di arginare il fenomeno del malaffare endemico nella città ducale. «Da giugno – aggiunge il coordinatore cittadino di Libera – per lo stesso reato, quello della corruzione, sono state arrestate quindici persone che gravitavano attorno alla giunta comunale. Il problema del malaffare percorre le vie dei colletti bianchi». Gli indignati cittadini di Parma non sono affatto degli strumentalizzati, sottolinea Libera. Sono un movimento trasversale. «Tra di loro ci sono tanti elettori che hanno votato la lista civica del Sindaco, ci sono tanti impiegati comunali che lottano per difendere il proprio lavoro». «Libera appoggia e sostiene gli indignados di Parma, era da molti anni che in città non si vedeva una reazione di piazza di questa portata. Come ha scritto il direttore della Gazzetta di Parma, la protesta è molto più ampia e non si limita ai tanti che sono scesi in piazza. L’indignazione totale ed è sciocco, o peggio da irresponsabili, nascondersi dietro un dito».

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