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Sequestro Primiceri, i precedenti dell’operazione

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Cinque sequestri, tutti messi a segno nel 2009, costituiscono la base su cui gli investigatori hanno lavorato prima di mettere a segno l’ultimo decisivo colpo. Sequestri e arresti avvenuti in flagranza in quanto i carabinieri monitoravano al telefono gli accordi fra l’Albania e il Salento. Il primo intervento risale al 24 marzo 2009 quando gli inquirenti intuirono l’arrivo nel porto di Brindisi di 100 chili di marijuana malgrado per telefono si facesse riferimento a “un ragazzo di 120 chili” e a “un albergo con 120 stanze”. Durante la conversazione uno degli interlocutori si trovava in difficoltà a comprendere quel linguaggio criptico e si tradì chiedendo quale fosse il prezzo alla controparte. Nei copertoni del Tir fu trovata la marijuana tutta accartocciata.

In quell’occasione finirono in manette Elton Ismail, Domenico Bassi e Robert Jahaj. Dopo poco più di un mese fu necessario un nuovo intervento dei carabinieri. Infatti, il 27 aprile a Casarano finirono in manette Gramos Zyko e Kreshnik Hysaj perché in possesso di 52 chili di marijuana. Secondo l’accusa, la droga era giunta nel porto di Brindisi anche grazie alle relazioni dei fratelli Osvaldo e Luigi Primiceri. A Gioia del Colle, il 27 maggio, venne intercettato un Tir dei fratelli Primiceri con a bordo 17 grammi di marijuana. La tesi dell’accusa è che si trattasse del residuo di una consegna recente. Le ultime due operazioni del 2009 ebbero ancora Brindisi come epicentro. Il 15 luglio furono arrestati gli albanesi Alban Dushku ed Alfred Gjuzi con quasi quattro chili di eroina. Il 22 ottobre, invece, venne fermato un Tir sbarcato con le ruote colme di 147 panetti di marijuana per un totale di 143 chili.

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