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Arresto Primiceri, i retroscena

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

“Io sto bloccato qua. Non mi posso muovere da qua. Mi devi mettere a posto questa situazione perché io sono morto adesso. Tu non sai cosa mi hanno fatto. Poi ti parlo”. Parole pronunciate da Luigi Primiceri nella telefonata della tarda serata del 17 aprile di due anni fa. Era stato sequestrato da tre albanesi che chiedevano di avere tutti i 184 chili di marijuana pagata per liberarlo. Si trovava a Roma, in una casa di via Malvasia, in una zona isolata di Campolese-Lanuvio. Poco prima, in via Casilina, Luigi Primiceri era salito a bordo di una Citroen Xsara per incontrare Erjon Sadikaj e Nurce Kafilai (detto Nuro) con l’intento di trovare un accordo. Quell’incontro fu ampiamente monitorato dai carabinieri che lo seguirono con un’auto civetta e tramite intercettazioni telefoniche. Fu Luigi Primiceri a chiamare il fratello Osvaldo per chiedere perché Skender Cockaj, chiamato anche Neri, non avesse consegnato la partita di droga ad un certo Viron.

“Non me ne posso andare via di qua”, imprecava Luigi. “Vabbè, mò ti faccio chiamare da Neri”, rispondeva Osvaldo. Luigi riuscì a parlare con Neri e gli spiegò in che brutta situazione si trovava: “Non posso parlà, devi urgente sistemare domani. Devi. Deve, deve, deve, deve arrivare tutto qua, tutto qua. Neri, per favore, per la mia famiglia. Io sto qua nella m… tu aggiusta subito. Ma subito. Perché tu hai finito con me. Per favore, per favore, per favore, ti dico per favore”. Luigi Primiceri sembrava assai impaurito, e non a torto, considerato che in un’altra intercettazione fa un chiaro riferimento alla brutta fine che potrebbe fare. La telefonata in questione è quella che vede protagonisti uno dei sequestratori, Nuro, e quel Neri a cui l’imprenditore si era rivolto per risolvere il problema della consegna della partita di marijuana. “Ti ho chiamato perché non so che fare con il tuo amico. Ti do altri cinque minuti per darmi una risposta, altrimenti questo andrà a quel paese… Non lo sai te il perché? Ti ho dato un pacchetto di sigarette per portarlo a destinazione. E non rubarlo te per strada”. Chiaro ed esplicito nell’ avvertimento, Nuro, come si può constatare.

In realtà l’affare era sfumato perché 100 chili di marijuana erano stati sequestrati il 24 marzo del 2009 a Brindisi con l’arresto di Elton Ismaili ed altri due albanesi. Ma questo fatto non solo non servì a smussare i contrasti, ma addirittura li accentuò, in quanto Nuro redarguì Neri rivendicando la partita di stupefacenti da lui pagata e finita in altre mani. La droga fu poi recuperata e di questa operazione rispondono Luigi ed Osvaldo Primiceri con gli albanesi Skender Gockaj, Nurce Kafilai ed Erjon Sadikaj. Su questi ultimi due grava anche l’accusa di sequestro di persona per aver trattenuto Luigi Primiceri. A tal proposito erano state esplicite le parole di Kafilaj, detto Nuro: “Per lasciarlo io voglio i 184. Quelli che mi mancano”.

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