Mafia: per Lombardo l’accusa derubricata in reato elettorale
Citazione in giudizio, davanti alla quarta sezione del tribunale monocratico di Catania, per reati elettorali, per il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e il fratello Angelo, parlamentare del Mpa. I due politici dovranno presentarsi il 14 dicembre. I fatti si riferiscono alle elezioni del 2008. Con questa richiesta si conclude la vicenda che ha visto indagato inizialmente per concorso esterno in associazione mafiosa il governatore nell’ambito dell’inchiesta “Iblis”. La vicenda di Lombardo, dunque, si alleggerisce rispetto al quadro iniziale. Nei mesi scorsi la sua posizione, quella del fratello e di un imprenditore era stata stralciata dal procuratore facente funzione Michelangelo Patane’ e dall’aggiunto Carmelo Zuccaro, alimentando forti divergenze con il pool di magistrati che aveva condotto l’indagine e che intendevano sostenere la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno.
Al governatore Raffaele Lombardo e’ stato contestato il concorso in reato elettorale, con il fratello Angelo, in quanto leader dell’Mpa. Il reato elettorale e’ previsto dall’articolo 96 del Dpr 361 del 1957 contemplato nel Testo unico delle leggi per l’elezione della Camera dei deputati. Punisce chi offre e promette denaro o qualsiasi altra utilita’ per l’ottenimento di voti. Ai Lombardo non e’ stata contestata l’aggravante a fini di mafia previsto dall’articolo 7. Riguarda le elezioni nazionali e solo quelle dell’aprile del 2008. Essendo un reato che prevede la condanna da 1 a 4 anni viene giudicato dal giudice monocratico e non da un collegio del tribunale. In questo caso e’ la stessa procura a citare in giudizio gli imputati. Il decreto di citazione in giudizio porta la firma del procuratore facente funzione Michelangelo Patane’ e dell’aggiunto Carmelo Zuccaro
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