NEWS

Il Quarto comandamento

Di Lorenzo Frigerio il . Recensioni

«Non ce l’hai fatta. Forse ti sei messo solo in viaggio verso un’altra vita. Forse sei voluto andare a cercare papà. Non trovo la risposta. Solo le tue parole, scritte in queste tue memorie che hanno il sapore di un testamento: “Non so se quello che faccio è giusto o no. E dov’è scritto cosa è giusto e cosa non lo è. Io sono fatto così”..».
Sono queste alcune delle commosse parole che Giulio Francese dedica a suo fratello, in esito al bel libro scritto da Francesca Barra, nota al grande pubblico per il programma su Radio 1 “La bellezza contro le mafie”.

Ne “Il quarto comandamento”, l’autrice ricostruisce la parabola professionale e umana di un padre e di un figlio, rimasto orfano in giovanissima età. Il padre è Mario Francese, giornalista di punta de “Il Giornale di Sicilia”, mentre il figlio, Giuseppe, è l’ultimo della nidiata di quattro figli maschi che sono l’orgoglio di famiglia.
Le pagine scorrono veloci, merito anche di uno stile narrativo che porta subito all’interno della terribile tragedia vissuta dalla famiglia Francese. «La prima vita dei fratelli Francese finisce il 26 gennaio 1979. A Palermo, ha piovuto tutto il giorno. Un giorno come tanti altri».

In realtà, quello non sarà un giorno come gli altri, perché è quella la data in cui i killer della mafia attenderanno sotto casa Mario Francese per togliergli la vita. Tra i primi ad arrivare sul luogo dell’attentato mortale, un altro giornalista, il primogenito di casa Francese, Giulio che, fin da giovane, aveva seguito le orme paterne, dedicandosi ad un lavoro che quando ti entra dentro, finisce per diventare una seconda pelle. Mario Francese è il primo a cogliere sul campo la trasformazione epocale della mafia: non più “viddani” con le scarpe sporche di fango, ma rampanti criminali in grado di trovare le alleanze politiche ed economiche per stringere d’assedio Palermo e non solo. Una nuova mafia che da figlia del sottosviluppo del modello economico del latifondo si presenta sotto le nuove vesti di mafia imprenditrice, in grado di gettarsi anima e corpo nei business del narcotraffico e degli appalti pubblici.

Proprio alcuni di questi appalti, da quelli relativi alla ricostruzione del Belice, uscito distrutto dal terremoto, a quello inerente la diga Garcia, sono oggetto di approfondita analisi da parte di Francese. La sua corsa verso la morte inizia così, dall’ostinata volontà di fare bene e fino in fondo il proprio lavoro e termina nei pressi della sua abitazione, sotto un telo bianco di quelli che vengono pietosamente stesi in queste terribili circostanze. La vita di Mario Francese viene spenta sotto casa, dove gli assassini lo attendono. A casa, in attesa come ogni sera per concludere insieme la giornata con la cena comune, i figli e la moglie.

Evidentemente scossi da una fine così drammatica per il loro amato padre, ciascuno dei fratelli Francese reagisce a quel terribile dolore, con modalità diverse e come è giusto che sia: chi gettandosi a capofitto nel proprio lavoro, chi dedicandosi agli affetti più cari. In Giuseppe, il più piccolo di famiglia, di fronte a quella violenta ingiustizia che arriva a turbare la pace familiare, nasce fin da subito il desiderio di capire e da quel momento si avvia un percorso di conoscenza e di studio. Dalle carte e dalla documentazione raccolta in anni di onorato impegno professionale dal padre, per finire ai suoi articoli e appunti: tutto viene divorato con avidità di Giuseppe Francese. È un modo per conoscere il genitore troppo presto strappatogli ingiustamente, ma anche un tentativo di capire chi e perché ha voluto la sua morte.
Per questo motivo il più piccolo dei fratelli Francese passerà gli anni migliori della sua vita in una apparente contraddizione, passando, rapidamente e a fasi alterne, dalla spensieratezza e allegria che tutti gli riconoscono ad una profonda concentrazione sull’obiettivo che si è posto. Per lui ciò che conta sopra ogni altra cosa è rendere giustizia al padre ucciso barbaramente, secondo quanto recita appunto il quarto comandamento: «Onora il padre e la madre».

E quale miglior modo di onorare il padre che contribuire alla riapertura dell’inchiesta sulla sua morte, offrendo agli inquirenti le chiavi di lettura utili a comprendere le ragioni dell’uccisione di una voce scomoda per i capi di Cosa Nostra. Nel momento in cui arriva la condanna a distanza di oltre vent’anni per Bagarella, l’esecutore materiale e per i mandanti dell’omicidio del padre, i boss della cupola, per Giuseppe la vita appare di colpa vuota e inutile e inizia a covare, dentro, sorda e rabbiosa, la voglia di chiudere la partita con un’esistenza fin troppo avara. Delicate e misurate sono le pagine in cui l’autrice racconta il gesto estremo di Giuseppe: quel togliersi la vita così, in silenzio, sono l’ultimo disperato grido d’aiuto che il giovane lancia al mondo, ma è ormai troppo tardi.
Un libro da leggere per fare onore non solo al padre, ma anche al figlio che l’ha onorato fino in fondo: Mario e Giuseppe Francese ora sono insieme, nel ricordo di quanti li hanno amati e di chi, a posteriori, ne ha conosciuto la struggente storia.

Francesca Barra
IL QUARTO COMANDAMENTO
La vera storia di Mario Francese che sfidò la mafia e del figlio Giuseppe che gli rese giustizia
Rizzoli, Milano 2011
pp. 182 € 17,90

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link