Acqua bene comune: la manovra calpesta i risultati referendari
Sono scesi ieri in piazza con la Cgil e con i sindacati di base e oggi continuano la protesta e la mobilitazione a Piazza Navona, a Roma, come davanti alle prefetture di altre città italiane. Sono i movimenti per l’acqua bene comune, riuniti nel forum nazionale che dalle 11 di questa mattina presidiano davanti al Senato dando man forte agli “accampati” di questa notte (sindacati di base, partiti della sinistra alternativa, movimenti cittadini riuniti sotto la sigla di Roma bene comune, precari della scuola…).
Mentre c’è qualcuno che ancora stenta ad aprire gli occhi sotto il sole accecante che bersaglia la piazza già gremita di turisti, il primo nucleo del Forum per l’acqua sta già allestendo il gazebo con gli striscioni. Oggi, la giornata che dovrebbe vedere la manovra passare liscia in Senato, è in mano loro. Perchè? Perchè, come ribadito anche ieri nelle 100 piazze italiane, è “iniqua e sbagliata” ma soprattutto “…attacca anche i principi costituzionali fondamentali, da quelli relativi al mondo del lavoro fino alla stessa democrazia, esercitata a giugno dalle italiane e dagli italiani attraverso lo strumento referendario”. Paolo Carsetti, portavoce nazionale del Forum, lo ribadisce più volte: “Si sta minando pesantemente la democrazia di questo paese, contraddicendo, attraverso l’art.4 del provvedimento, quanto deciso dalla volontà popolare attraverso il referendum di giugno”.
A loro non bastano le rassicurazioni dei vari Tremonti, quella norma, come l’art.8 che mina lo Statuto dei lavoratori va ritirata. “Quell’articolo – spiega ancora Carsetti – non è altro che un copia e incolla di quanto contenuto nel decreto Ronchi, già bocciato dalla schiacciante vittoria del referendum ed è inutile che ci vengano a dire che il referendum era solo relativo all’acqua, si parlava di servizi pubblici locali in senso lato, che adesso si vogliono nuovamente privatizzare”. E su questo il Forum non ha lacuna intenzione di retrocedere: “E’ un provvedimento incostituzionale e se le mobilitazioni di questi giorni non saranno sufficienti, faremo ricorso alla Consulta”.
Il presidio odierno è dunque solo un primo passo, seguiranno altre iniziative già a partire dall’assemblea cittadina aperta in programma per questo pomeriggio alle 18 sempre a piazza Navona, durante la quale oltre alla questione dei servizi pubblici verranno toccate le altre vertenze aperte nella capitale e si cercherà di dare un volto reale ad una crisi che continua a pesare sulla schiena dei soliti noti. “Di fatti stanno calpestando una volontà popolare che si è espressa a gran voce e in maniera trasversale con il voto referendario – commenta Andrea mentre regge uno striscione – a quel referendum hanno votato anche cittadini che normalmente votano Lega e anche PdL e Berlusconi, che si appella tanto al popolo sovrano, adesso lo calpesta…”. “Eppure le soluzioni ci sarebbero – continua – basterebbe per esempio andare a tagliare sulle spese militari, per dirne una…”. Ma questa è un’altra storia.
* da Articolo21
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