Manovra bis: l’art. 8 è regressivo e dannoso
Tutto ciò che, derogando, non aggiunge al contratto nazionale è
regressivo e diventa materia di tensione sociale e possibile scontro
continuo. L’art. 8 della manovra bis del Governo appare questo quando
ipotizza deroghe aziendali al ribasso sia per le condizioni di lavoro
che per i salari, aprendo la strada al ritorno delle gabbie salariali e a
un mercato ancora più squilibrato dell’esistente. Gli accordi del
sindacato dei giornalisti, la Fnsi, con la Federazione Italiana Editori,
la Fieg. , prevedono un saldo ancoraggio al contratto nazionale,
caposaldo di sistema, e, responsabilmente, aprono alla devoluzione di
possibili materie di efficienza e miglioramento negoziabili a livello
aziendale , secondo intese che dovranno essere stabilite dalle parti
sociali a livello nazionale. L’articolo 8 della manovra appare una
scelta che va contro la necessaria costruzione di un intervento
condiviso per mettere in sicurezza i conti dello Stato e per nulla
incidente sotto questo profilo. La ripresa indispensabile, anche per il
mondo dell’informazione, non può passare attraverso l’indebolimento dei
diritti sociali, che non possono essere legati a capricci politici né
definiti dagli indici di Borsa.
Nello specifico questo significa mettere
sotto schiaffo tutte le figure deboli del sistema. Si rischiano povertà
più pesanti per le persone precarie e nuove povertà per i cittadini. Un
capriccio ottuso e incomprensibile. La Fnsi, che a inizio settimana
riunirà i quadri dirigenti di settore, rafforzerà perciò la sua azione
sociale per il contratto nazionale e la lotta alla precarietà, nella sua
autonomia e con spirito di unità con il mondo del lavoro sui
fondamentali diritti sociali e di libertà.
* segretario della Federazione nazionale della stampa
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