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Salento, strage sfiorata

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Mesagne, Brindisi. Sono le ore 14.15 di un assolato pomeriggio d’ estate. Tutti gli abitanti del centro salentino chiusi in casa al riparo dalla calura agostana. Un giorno come gli altri, apparentemente, perché sta per accadere qualcosa che avrebbe potuto cambiare la vita di tanti comuni cittadini. Una deflagrazione violenta, quanto improvvisa, ha squarciato la quiete della città. Una bomba del peso di mezzo chilo, un ordigno ad alto potenziale che poteva provocare una strage, è stato fatto esplodere sulla soglia del portone d’ ingresso dell’ abitazione dell’ imprenditore mesagnese Luigi Devicienti. Un avvertimento chiaro ed esplicito della criminalità organizzata, diretto non solo al Devicienti, ma a tutta la città.
Il giovane imprenditore opera nel campo ecologico della raccolta dei rifiuti speciali e da qualche settimana presiede il sodalizio calcistico Boys Mesagne. Più volte ha subito le “attenzioni” degli uomini del racket. Fortunatamente Luigi Devicienti non è in casa al momento dell’ attentato poiché si trova con la famiglia nella residenza estiva. Ma gli uomini della Scu questa volta hanno colpito duro. L’ esplosione ha infatti divelto il portone di casa e frantumato i vetri delle abitazioni circostanti. L’ onda d’ urto ha distrutto un ufficio assicurativo situato di fronte all’ abitazione dei Devicienti. La paura ha preso il sopravvento sugli abitanti che hanno subissato di telefonate i centralini delle forze dell’ ordine. In pochi minuti, sono arrivati sul posto i carabinieri, le volanti della polizia e una squadra di vigili del fuoco. L’ ordigno era una grossa bomba carta con miccia a combustione veloce che ha scavato nel marciapiede un solco profondo. In via Federico II Svevo giunge la squadra giudiziaria della polizia che si occupa di delimitare la zona tenendola così al riparo dallo sguardo curioso dei presenti. Arrivano anche tutti i vertici della polizia, arriva anche il magistrato di turno Milto De Nozza, e arriva anche la polizia scientifica per i rilievi e gli artificieri.
La Scu ha preso di mira Luigi Devicienti perché è divenuto un esempio per tutti quando ha denunciato senza indugio i suoi vessatori che alcuni mesi fa gli avevano chiesto 300mila euro. L’ imprenditore accetta la solidarietà, ma soprattutto, adesso, aspetta i fatti: chiede protezione e sicurezza per svolgere tranquillamente il suo lavoro. Gli attentatori sono finiti nell’ occhio delle telecamere le cui riprese mostrano due individui a bordo di una moto non meglio identificata. Indossavano caschi per non essere riconosciuti. Giunti in via Giampietro Zullo, perpendicolare a via Federico Svevo II, uno rimane alla guida mentre l’ altro scende verso la casa del Devicienti con in mano un pacco. Si tratta di un giovane alto, vestito di scuro, probabilmente una tuta. E’ veloce. Ad attenderlo il suo complice anch’ egli con il volto coperto. Si danno alla fuga. Poi l’ esplosione. La bomba è stata preparata all’ interno di un involucro di cartone, tenuto insieme da fil di ferro con mezzo chilo di polvere pirica usata per i fuochi d’ artificio. Immediatamente gli agenti del commissariato di Mesagne hanno provveduto ad eseguire interrogatori e perquisizioni, mentre è stato intensificato il servizio di vigilanza per il giovane imprenditore. E’ l’ attesa risposta dello Stato per far riprendere fiducia al mondo imprenditoriale e alla città tutta.  

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