Gup, Cuffaro politico che frequentò boss
‘E’ stato un politico assolutamente arguto e avveduto che ha sempre in modo utilitaristico improntato la sua attivita’ politica ad un certo disinvolto registro comportamentale”, scrive il giudice. Eppure non e’ bastata per l’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, che sta scontando in carcere una condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia, la ”frequentazione con soggetti gravitanti nell’ambiente mafioso” per far configurare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. E’ il senso delle 230 pagine della sentenza con la quale il gup del tribunale di Palermo, Vittorio Anania ha prosciolto con la formula ‘ne bis ne idem’, il 16 febbraio scorso l’ex senatore dell’Udc.
Scrive ancora il giudice, come riporta il Giornale di Sicilia: ”il complesso di relazioni, di amicizie e frequentazioni intrattenute nel tempo da Cuffaro vale a dimostrare null’altro di piu’ che il dolo specifico dell’aggravante di mafia, ossia quella stessa aggravante riconosciuta in appello e in cassazione (nell’altro processo ndr)”. Secondo il magistrato ”certamente cio’ che non risulta ammissibile e’ decidere nuovamente sulla stessa tematica accusatoria per attribuire adesso una diversa valutazione rispetto al reato”. Insomma le frequentazioni con i boss ”potranno essere considerate magari criticate sotto un profilo morale e sociale, ma non sono sufficienti per scrivere una sentenza di condanna”. Sono solo ”elementi di pericolosa contiguita”’
Trackback dal tuo sito.