“Familiares”: il dolore non ha colore
Una tenda della memoria. Questa è stata la sopresa che i ragazzi del secondo raduno nazionale dei giovani di Libera hanno trovato ad attenderli nel campo sportivo “Turri” dal 21 al 27 luglio a Scandicci (Fi). All’interno i giovani, fra i 18 e i 35 anni, provenienti da tutta Italia hanno potuto conoscere da vicino alcuni oggetti che appartenevano a vittime delle mafie. La tenda è stata pensata e progettata dal presidio umbro dedicato proprio a “Renata Fonte” e presentata al raduno di Libera, dalla figlia di Renata, Viviana Matrangola. «Abbiamo voluto questa tenda – spiega Viviana – per tenere insieme l’esperienza sensoriale e quella la conoscenza delle storie che lega memoria e impegno. E’ importante che tutti sentano proprie queste “vite” ma in particolare i giovani».
Il raduno dei giovani di Libera si è parlato a lungo del valore di queste storie e di quello della testimonianza quotidiana per la legalità, attraverso le parole, le immagini e i laboratori teatrali. Questi appuntamenti hanno guardato molto all’Italia ma anche all’estero. Proprio a Firenze, infatti, il settore internazionale di Libera si è ritrovato per fare il punto dei percorsi e degli obiettivi futuri. «Libera Internazionale – dichiara Tonio Dell’Olio, responsabile del settore – nasceva nel 2007 con due obiettivi, fra gli altri. Il primo era quello di creare reti internazionali e riuscire a fare nel mondo quello che Libera ha fatto nel nostro Paese in questi anni. Il secondo: sollecitare e sensibilizzare quanto più possibile a livello internazionale, livello costitutivo delle mafie attuali, l’attenzione di chi si occupa di questi argomenti». «Per sviluppare soprattutto questo secondo punto metteremo in campo quest’anno due iniziative – prosegue Dell’Olio. La prima l’abbiamo chiamata “le visite di giustizia”. Si tratta di viaggi verso l’America Latina, in particolare, che consentiranno di entrare in contatto e conoscere le realtà difficili e quelle virtuose che lavorano in questi Paesi, far nascere relazioni stabili e scambiarsi le reciproche esperienze». La seconda iniziativa presentata da Libera Internazionale a Firenze è “Familiares” un progetto di gemellaggio fra familiari di vittime delle mafie in Italia e quelli di vittime della criminalità organizzata internazionale per creare un sostegno reciproco. «Si tratta di un incontro individuale ma capace anche di andare oltre l’aspetto personale per confrontare e conoscere i contesti di riferimento – continua Tonio Dell’Olio. Siamo convinti che questo metterà in campo tante energie, giovani, anche nei nostri territori».
L’impegno di Libera in America Latina ha portato alla luce nel nostro Paese i numeri che raccontano di questa presenza criminale e delle condizioni in cui versa la popolazione. Ci sono Paesi come il Messico in cui si calcola che negli ultimi anni siano stati oltre 40.000 le persone uccise, dove ci sono 20.000 sequestri all’anno e dove c’è il problema grosso della sparizione dei migranti e del femminicidio e Ciudad Juarez è la città più pericolosa del mondo. In questi Paesi (Guatemela, Equador, Messico) sta nascendo Alas, America Latina Alternativa Social, perchè – «per noi, ancora una volta, la lotta al narcotraffico e alle mafie passa attraverso una risposta e un impegno di tipo sociale».
Ma non solo. Grande attenzione è stata data dal settore internazionale di Libera alla situazione europea, poichè mancano ancora una vera cooperazione e armonizzazione delle leggi contro le mafie. Da questa considerazione è nata Flare, Freedom, legality and right in Europe, oggi operante in 30 Paesi e rete di 50 associazioni diverse. Flare è impegnata ad ottenere dalle istituzioni europee una direttiva in materia di sequestro, confisca e riutilizzo sociale dei beni sottratti ai boss, per i 27 Paesi europei. Con una attenzione particolare alla situazione dell’Est Europa, al passato al presente e al futuro della “nuova Europa”.
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