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Dal vincere al con-vincere: in Italia e nel mondo

Di Enrico Sbaffoni il . Progetti e iniziative

Come organizzare un movimento di antimafia sociale che sia nonviolento e che lotti per la legalità, i diritti e la giustizia sociale, ricercando la vittoria non di una parte sull’altra ma dell’intera comunità. Questo il tema dell’incontro di oggi al palazzetto dello sport di Scandicci, presenti Tonio Dell’Olio responsabile Libera Internazionale, Leopoldo Grosso vicepresidente del gruppo Abele e Roberto Ceschina della rete “Flare”. Chiusi con la giornata di ieri gli eventi presso la fortezza Da Basso, i partecipanti alla festa nazionale di Libera, hanno raggiunto i giovani dell’associazione, per gli ultimi due giorni dell’appuntamento in svolgimento a Firenze.

La mattinata è stata un’occasione per riunirsi e discutere sui motivi e le radici dell’agire di Libera. Tonio Dell’Olio ha ricordato la sua esperienza come cappellano in carcere e ha sottolineato come la sfida più grande e difficile di una lotta nonviolenta alle mafie sia quella di stare accanto non solo alle vittime ma anche ai carnefici. «Dobbiamo riuscire a guardare la realtà con gli occhi dell’altro, comprendendone le motivazioni, le scelte, le condizioni. La nostra vittoria non sarebbe quella di  chiudere tutti i criminali in carcere ma quella di “con-vincere” con loro, contagiandoli con una felicità vera e condivisa». «Dobbiamo essere solidi e solidali nel portare avanti l’impegno» ha detto nel suo intervento Leopoldo Grosso. «La diversità delle motivazioni che spingono ognuno ad aderire alle iniziative di Libera sono una ricchezza da valorizzare. Bisogna stare nelle differenze mantenendo sempre una distanza critica ed evitare di supervalutare l’associazione e le sue battaglie creando degli idoli».
L’incontro ha visto la partecipazione attiva dei giovani che hanno voluto approfondire e problematizzare la questione della nonviolenza nella lotta alle mafie e hanno mostrato un interesse particolare per l’attività internazionale di Libera.

I ragazzi e le ragazze hanno voluto sapere di più sul progetto “Alas” (America Latina Alternativa Social), l’iniziativa che mette insieme associazioni ambientaliste, educative e per i diritti umani in Messico, Colombia e Guatemala, e i cui frutti sono già visibili nella legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, varata lo scorso 29 giugno in Guatemala.  In chiusura, Roberto Ceschina ha illustrato il network “Flare” (Freedom legality and rights in Europe), importante rete nata nel 2008 che raccoglie 44 associazioni in 24 paesi europei. Attraverso campagne di informazione e comunicazione e interloquendo con le istituzioni, lo scopo è quello di ottenere ed estendere una legislazione sul riutilizzo dei beni in tutti i paesi europei. «Dobbiamo incrementare la massa critica della società civile nella dimensione europea perchè sia garantita la visibilità delle iniziative e, nello stesso tempo siano tutelati i membri delle associazioni» ha detto Ceschina, «Facendo rete dobbiamo preoccuparci che nessuno resti solo».

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