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Alla commemorazione di Cartisano l poliziotto che ha ritrovato il corpo

Di Toni Mira il . Calabria

«Ero in ginocchio per terra. Scavavo con le mani. Non avevo altro. Poi, improvvisamente, sento che la terra diventa più morbida. Capisco che ci siamo. Ed ecco comparire un osso. Avevo trovato il corpo di Lollò Cartisano. Ero già in ginocchio e allora mi sono fatto il segno della Croce e ho pregato». Si commuove l’ispettore superiore di Polizia, Raffaele La Bella ricordando quegli istanti. «Finalmente la sua famiglia avrebbe avuto una tomba dove deporre un fiore». Una presenza inaspettata la sua, una sorpresa per Mimma e Deborah, la moglie e la figlia di Cartisano. «Ci ha fatto questo regalo come lo fece trovando papà», dice Deborah non trattenendo le lacrime.

Già anche lui ha voluto esserci per ricordare quel momento, «quell’emozione che non dimenticherò mai». Era il 25 giugno 2003, il giorno del suo compleanno. «Avevo fatto una preghiera al Signore: “Oggi fammi trovare Lollò”. E Dio ha esaudito la mia preghiera». Lo cercavano da giorni, da quando era arrivata la lettera di uno dei sequestratori che, dicendosi pentito, chiedeva perdono ai familiari di Lollò e indicava il luogo della sepoltura. «Ma i segni che aveva lasciato erano difficili da identificare. Aveva messo dei sacchetti di plastica sugli alberi e fatto dei piccoli segni col coltello sui tronchi». Una grande fatica per Raffaele e i suoi uomini (lui ci tiene a ricordare che quel ritrovamento fu un lavoro di squadra). «Faceva molto caldo, avevamo sete e ci siamo ridotti a bere l’acqua di una pozza.

Ma dovevamo trovarlo». Un impegno che comincia dal 22 luglio 1993, il giorno del sequestro. «In quel periodo ero a Reggio Calabria. Ci chiamarono e alle 2 di notte partimmo per l’Aspromonte. Non ho mai smesso di interessarmene. E quando è arrivata la lettera sono subito partito per cercare il corpo». Quasi un segno del destino per lui, che unisce quel 22 luglio al 25 giugno e nuovamente al 22 luglio di quest’anno. «È stata una bellissima giornata e ho provato nuovamente una grande emozione. Vedere poi così tanti giovani ti dà forza e speranza per la nostra terra».

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