I volti di gomorra
Una galleria fotografica sulla camorra di Casal di Principe. “I volti di Gomorra”, il libro presentato ieri pomeriggio alla festa nazionale di Libera a Firenze, è l’opera a quattro mani dello storico Mimmo Franzinelli e del fotografo free-lance Nicola Baldieri. Il lavoro si inserisce nel solco aperto da Roberto Saviano, scrittore che ha dato un contributo importante ad allargare a livello nazionale l’attenzione per la criminalità campana e casalese in particolare.
Baldieri, con il suo stile di grande impatto, da diversi anni documenta le operazioni di polizia, le reazioni della popolazione locale agli arresti, fino ad immortalare le espressioni dei boss catturati, spesso ritratti mentre la loro ostentazione di sicurezza si tramuta in una smorfia di disperazione.
Per realizzare il libro i due autori si sono mossi, insieme al magistrato di Aversa, Nicola Graziano, su quello che si deve considerare senza alcun dubbio uno dei contesti più difficili e di frontiera per un giornalista. In questi anni episodi di cronaca molto gravi sono rimasti spesso relegati alle pagine dei giornali locali mentre l’informazione nazionale rimaneva in silenzio.
Un esempio su tutti, l’inchiesta di Rosaria Capacchione, la giornalista minacciata dal clan dei casalesi, sulla “trattativa” tra servizi segreti e la camorra sulla gestione dell’emergenza rifiuti. Mentre sulle pagine de “Il Mattino” la cronista ha documentato questi episodi, i grandi giornali non hanno approfondito la notizia. Lo storico Mimmo Franzinelli, durante il dibattito ha posto l’attenzione su dei cablogrammi riservati del console Usa in Italia pubblicati da Wikileaks e in cui si racconta dello stretto rapporto tra politica e criminalità organizzata in Italia ed in Campania, in modo particolare.
Pervasività dell’organizzazione camorristica nel territorio, controllo della politica locale fino al condizionamento a livello governativo, anche ai massimi livelli. Il caso dell’ex sottosegretario Cosentino lo dimostra e racconta come si possa trasformare un’emergenza rifiuti – che dura dal lontano 1994 – in una devastazione ambientale che ha trasformato una delle più belle terre del Paese in un luogo avvelenato. Con responsabilità che vanno dai governi locali sino al Parlamento.
Gomorra e corruzione ma anche le storie di tantissimi che sul territorio si impegnano per costruire una società alternativa alle mafie. L’ultima parte del libro è, infatti, dedicata a loro: dalle forze dell’ordine ai semplici cittadini, dai giovani delle cooperative di Libera Terra, sino agli appuntamenti nazionali e in memoria di vittime della mafia, come don Peppino Diana, parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra nel 1994. Proprio a Libera e al percorso nazionale di “rete” messo in moto in questi anni è dedicata buona parte della galleria fotografica che racconta questa lotta di liberazione dalla criminalità organizzata e dal silenzio degli indifferenti.
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