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Inaugurata a Firenze la festa di Libera

Di Andrea Berri il . Progetti e iniziative

«La lotta alla mafia non può essere l’onere di alcuni ma il privilegio di molti». Queste le parole  di Emanuela Giuliano che dal palco della festa di Libera a Firenze ha ricordato il padre Boris,  assassinato dalla mafia il 21 luglio di 32 anni fa. Alla memoria del genitore, capo della Mobile di Palermo, ucciso perché uomo delle istituzioni che svolgeva con dedizione il suo dovere, la Giuliano ha accomunato tutte le persone che hanno sacrificato la propria vita per lo Stato. Proprio il ricordo delle vittime di mafia e il lascito della loro eredità alle nuove generazioni è stato l’incipit della settimana di eventi che Libera ha programmato tra Firenze e Scandicci, paese adottivo di Antonino Caponnetto.

Sul palco, oltre a Don Ciotti e il sindaco d Firenze Renzi, si sono succeduti referenti di Libera e “compagni di strada” tra cui membri di altre associazioni e esponenti delle istituzioni locali. Costante di molti interventi la non accettazione del compromesso nella lotta alla mafia e il credo nella realizzazione degli ideali e dell’impegno civile. Dopo il sindaco di Firenze, che ha ricordato Nadia Nencioni, una delle cinque vittime della strage di via dei Georgofili e ha ringraziato Libera per l’aiuto che dà ai cittadini nel «fare il proprio dovere di donne e uomini», la parola è passata a don Ciotti. Il fondatore di Libera ha rivolto un vibrante appello a Roma perchè l’unico modo per combattere efficacemente la mafia è con la forza della politica. Una forza che troppo spesso lascia un significativo vuoto in campi fondamentali come eguaglianza e diritti, educazione e cultura, energie pulite, ambiente e sviluppo sostenibile.

Tutti tasselli fondamentali per Libera nel mosaico della lotta alla mafia e alla corruzione che rischia, con il codice antimafia appena presentato alla Commissione di Giustizia, di fare un «significativo passo indietro». Accanto alla critica costruttiva alla politica, il ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura la cui indipendenza d’azione deve essere garantita. Tutte le vittime di mafia hanno il diritto innegabile di essere ricordati per nome. Altri interventi hanno sottolineato l’impegno quotidiano di legalità che è cultura della legalità e deve mettere l’uomo sempre al centro. Davide Mattiello, animatore del Raduno dei giovani di Libera, ha sottolineato l’importanza della qualità dello stare insieme in relazioni come questa, mentre Andrea Bagalli ha portato alla manifestazione il saluto di Libera Toscana.

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