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Marcello Torre, sindaco e uomo giusto

Di Antonio Maria Mira* il . Campania

«Io sono fiera di essere figlia di Marcello Torre, sindaco di Pagani che disse “no” alla camorra, al costo della sua vita. Grazie papà di avermi dato questo esempio per cui lottare». Così Annamaria Torre commenta l’arresto di Alberico Gambino. E lo fa ricordando il padre Marcello, ucciso l’11 dicembre 1980 per essersi opposto agli affari della camorra sulla ricostruzione post terremoto. Sindaco e uomo giusto, una lunga militanza nell’Azione cattolica, poi l’impegno nella Dc e la decisione di candidarsi per il suo paese. Dopo trent’anni un sindaco di Pagani finisce in carcere per collusione con le stesse cosche. Due vite che si sono incrociate proprio in occasione del trentennale.

La giunta comunale, temporaneamente non guidata da Gambino, sospeso per le sue precedenti vicende giudiziarie, aveva deliberato di intitolare al sindaco-martire della legalità una delle principali piazze del paese. Così l’11 dicembre dello scorso anno, alla presenza del governatore della Campania, Stefano Caldoro e del presidente di Libera, don Luigi Ciotti, era stata scoperta la targa col suo nome. Ma dopo appena un mese l’amministrazione comunale, di fatto sempre guidata da Gambino, si è rimangiata la decisione e con una nuova delibera ha tolto nome e targa. «La vicenda circa l’intitolazione della piazza, a mio avviso, è sterile – commentò allora Gambino – e ha prodotto un ginepraio di polemiche che reputo fuori luogo». Il riferimento era ai commenti amari che avevano fatto, dopo l’incredibile marcia indietro, la vedova e la figlia di Marcello Torre. Ma questa inquietante vicenda non è l’unica che fa incrociare i due sindaci. Dietro l’accordo col clan ci sarebbe anche la gestione della Paganese. Così lo scorso giorno in manette sono finiti anche il presidente e il vicepresidente della squadra di calcio. Amara vicenda che non solo conferma l’interesse delle mafie sul pallone. Infatti Marcello Torre era stato anche lui presidente della Paganese. Una grande passione per la squadra e la legalità (come avvocato ebbe anche un ruolo nazionale nel settore della giustizia sportiva).

Impegno politico, professionale e storia familiare. Già perché la moglie Lucia è figlia dell’imprenditore Costantino De Palma, tra i fondatori della Paganese. Davvero un bravo presidente, Marcello Torre, al punto che lo stadio porta il suo nome. Allora la squadra andava alla grande. Nel campionato 1976/77 sfiorò addirittura la promozione in B. Mentre quest’anno, sotto la guida di chi oggi è finito in carcere, è stata retrocessa in Seconda divisione della Lega Pro, la ex C2.

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