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Faida di San Luca, otto condanne all’ergastolo

Di redazione il . Calabria

E’ stata una tra le faide più violenti della Calabria. Dallo scontro tra le famiglie rivali dei Nirta-Strangio e dei Pelle-Vottari è emersa la forza, la ferocia e la pericolosità della ‘ndrangheta. Da San Luca, piccolo paesino dell’Aspromonte, culla delle ‘ndrine calabresi lo scontro è arrivato fino a Duisburg in Germania. Palesando, anche alle scettiche autorità tedesche la presenza ultra-decennale del crimine organizzato calabrese nel cuore della locomotiva economica dell’Europa. Era il ferragosto del 2007 quando a Duisburg si consumò la strage davanti al ristorante “Da Bruno”. Furono sei le vittime dell’agguato maturato nel centro aspromontano.

L’ennesimo regolamento di conti tra due famiglie in lotta da vent’anni. Questa mattina la Corte d’Assise di Locri, al termine del processo “Fehida”, ha emesso la sentenza sulla faida di San Luca. Otto ergastoli, tre condanne minori e tre assoluzioni. Carcere a vita, tra gli altri, per Giovanni Strangio, a lungo latitante, considerato uno tra gli ideatori della strage di Duisburg, oltre che uno degli esecutori materiali. Una strage, quella consumata in Germania, che ha acceso i riflettori sulla ‘ndrangheta. Un’organizzazione criminale mai presa in troppa considerazione che, nella disattenzione generale, si è trasformata in una holding economica criminale. Leader mondiale nel traffico di cocaina, principale partner economico dei narcos sud-americani. Un’organizzazione solida, capace di cavalcare e comprendere la globalizzazione, restando ancorata alla tradizione.

Ogni anno, in settembre, nel santuario di Polsi, a San Luca, il gotha della ‘ndrangheta si riunisce per conferire le “cariche” e far funzionare l’organizzazione. Soltanto dopo Duisburg, tuttavia, è cambiata la percezione della ‘ndrangheta in Italia e nel resto del mondo. Le autorità tedesche hanno, finalmente, attivato una proficua collaborazione con le controparti italiane. La Commissione parlamentare antimafia guidata da Francesco Forgione ha fatto un’apposita relazione sulla ‘ndrangheta nel 2008. Nello stesso anno si sono mossi anche gli Stati Uniti. L’amministrazione Bush, infatti, ha inserito la mafia calabrese tra le più pericolose organizzazioni dedite al narcotraffico. Anche il mondo dell’informazione ha iniziato ad interessarsi di ‘ndrangheta. Non è un caso che la Calabria oggi ha il maggior numero di giornalisti minacciati in Italia.

Dopo Duisburg c’è stata una reazione degli organi e inquirenti. Magistrati e forze dell’ordine hanno messo a segno decine di operazioni contro le ‘ndrine in Calabria, ma anche nel resto d’Italia. Nel luglio dello scorso anno con l’operazione “Il Crimine”, le procure antimafia di Milano e Reggio Calabria hanno fotografato l’intera organizzazione. Radicata in Calabria e ramificata nelle regioni del nord-Italia (Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Peimonte), in Germania, Svizzera, Canada, Australia. Con il cuore pulsante a San Luca, nel santuario della Madonna di Polsi.

gaetano liardo

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