Vittorio Sgarbi sull’articolo di Rino Giacalone
In riferimento all’articolo dal titolo «Operazione Apice: gli affari di Gaetano Riina», a firma di Rino Giacalone, pubblicato il 4 luglio 2011 sul sito www.liberainformazione.org, per la parte in cui si fa riferimento a Salemi, Vittorio Sgarbi replica quanto segue:
«Dal momento che, contrariamente a me, Giacalone è convinto che la mafia esista, evidentemente lui preferisce non vederla quando gli è molto vicina. Infatti, pur riconoscendone l’esistenza, non risulta che Giacalone ne abbia scritto in relazione al proprietario e al Direttore del giornale per cui scrive, e cioè «La Sicilia», indagato per associazione mafiosa.
Mi spieghi dunque l’antimafioso Giacalone come mai non si occupa e non ha mai scritto sulle vicende che riguardano l’editore de «La Sicilia». Reticente ? Omertoso ? O forse è convinto che, nel caso del suo editore e direttore, l’inchiesta sia destituita di fondamento?
Per quel che riguarda l’ex deputato Pino Giammarinaro, bisogna ricordare allo smemorato Giacalone, che le indagini su di lui non riguardano la mafia. E che, come ho detto fino allo sfinimento, Slow Food, a cui erano destinati i terreni confiscati al boss Miceli, chiese 50 mila euro per prenderli in affidamento.
Ma Giacalone non si informa. E, nel mostrare un curioso interesse per i terreni di Salemi confiscati alla mafia, ripropone le sue suggestioni. Dimostra così di non sapere (o ignora volutamente) che, a causa delle limitazioni del Patto di stabilità, i 50 mila euro richiesti da Slow Food non erano disponibili nel bilancio del Comune. Fatti, dunque, non suggestioni. Slow Food, comunque, era una proposta mia, preferibile a Libera».
* l’Ufficio per la Comunicazione Comune di Salemi (Tp)
(Responsabile: Nino Ippolito)
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