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Don Luigi Ciotti inaugura la sede di Libera a Lecce

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Inaugurata la sede di “Libera” a Lecce alla presenza di Don Luigi Ciotti. L’ associazione antimafia sarà ospitata nei locali delle Acli grazie a una convenzione firmata dal presidente del sindacato cristiano dei lavoratori e dalla intraprendente e sempre attiva presidente provinciale di Libera Marisa Capone. Prima dell’intervento di don Luigi è stata proprio la rappresentante locale dell’associazione ad esprimere la soddisfazione per l’obiettivo raggiunto: “Finalmente grazie agli amici delle Acli abbiamo una nuova casa. Sono 5 anni che su Lecce cercavamo un punto fisso di riferimento. Oggi siamo qui per inaugurare la sede, anche se è già operativa da ottobre-novembre. Ci auguriamo di camminare insieme ai nostri soci e di fare insieme tante iniziative e cercare di «graffiare» questa nostra realtà”.

Dopo i saluti dei rappresentanti delle Acli è intervenuto don Luigi che partendo dall’intervento di Marisa Capone ha sottolineato: “Le prime parole che Marisa ha detto nella sede sono state «Questa è la nostra nuova casa». Nel Vangelo si parla di accoglienza, affetto, amore. Il Vangelo parla di casa. Libera è un coordinamento di associazioni, una realtà fatta di migliaia di persone. Le Acli sono state tra le prime associazioni ad aderire. E’ difficile vedere tanta unità. In Libera anche i sindacati devono essere uniti contro le mafie. Ognuno deve mettere in gioco la propria sensibilità per vivere nella casa. Il progetto dopo le stragi era mettere tutti insieme. Per me è una gioia questo «noi», questo condividere. Libera è presente in tutta Europa. Si globalizza il crimine e si globalizza Libera. I segni del cambiamento ci sono. Basta pensare al milione di firme raccolte da Libera per la legge sull’uso sociale dei beni confiscati. Questo governo ha creato l’Agenzia per i beni sequestrati. Prodi, che avrebbe voluto istituirla, fu ostacolato da un suo ministro. Si vede l’importanza e l’efficacia dell’Agenzia. E’ motivo di grande soddisfazione vedere i prodotti di Libera nati dalle terre liberate”.

Forte il richiamo di don Luigi sull’importanza della lotta alla corruzione, sulla necessità di mettere in legge la Convenzione di Strasburgo: “La Corte dei Conti ci ha detto che nella corruzione pubblica sono finiti 60 miliardi di euro. Anche noi comuni cittadini siamo chiamati a fare la nostra parte”.  Un pensiero di don Luigi va anche allo sfruttamento nel mondo del lavoro quando parla del disegno di legge sul caporalato e afferma: “È  partita la proposta affinché questo reato venga inserito nel Codice Penale”.

Il Presidente di Libera con il suo carisma cerca di scuotere le coscienze: “Ognuno deve fare la propria parte. Responsabilità deriva da rispondere, essere responsabile significa rispondere. La democrazia nel nostro Paese è molto pallida. Io credo che una riforma della giustizia ci deve essere, ma questa non è una riforma ma il sequestro della giustizia perché si vuole assoggettare il  Pm alla politica, si vuole cancellare l’ art. 101 della Costituzione. La divisione dei poteri è fondamentale per servire la democrazia fino in fondo. Per me ci sono due riferimenti: il Vangelo e la Costituzione accompagnata dalla Dichiarazione dei diritti Universali dell’Uomo. Dobbiamo difendere la democrazia e la Costituzione, le riforme non devono inquinare determinati percorsi di trasparenza. Il 70% dei familiari delle vittime di mafia non conosce la verità”.

Don Luigi ricorda e cita Don Tonino Bello che un giorno disse: “La chiesa è per il mondo non per se stessa. La Chiesa deve essere protagonista di un cambiamento, la speranza ha bisogno di ognuno di noi”. Ma don Ciotti ricorda anche le parole di Paolo Borsellino ai tempi del successo nel maxi processo: “Perniciose illusioni”, poi dirà “Pericolose illusioni”. E subito una sua personale osservazione: “In questo momento di ottimi risultati penso si debba dire perniciose illusioni, perché la mafia ha la forza di rigenerarsi. Basta pensare alle dichiarazioni del Vice Direttore Generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola sul riciclaggio quando afferma che ci sono personaggi inseriti nei vari consigli di amministrazione ad avere titolo nelle scelte sociali, culturali e politiche del Paese. Detto da loro, detto da quella fonte, mi permetto di dire che è un altro di quei grandi segnali di questa potenza, di questa forza, che penetra e continua a penetrare”.

Dopo aver sottolineato l’importanza della cultura e della conoscenza, don Luigi ritorna sul ruolo di Libera affermando che “è  un coordinamento a livello nazionale di 1600 associazioni. La sua forza è la trasversalità, mondi di chiesa e mondi laici insieme per cercare di costruire dei percorsi, con degli obiettivi comuni, proprio spogliandoci un po’ delle nostre etichette, per cercare di costruire verità e giustizia”. Nonostante don Luigi abbia fretta c’è tempo per rispondere a qualche domanda dei giornalisti presenti. A chi gli chiede quanto è infiltrata la mafia nella politica risponde: “Vedremo quello che accadrà. Quando noi parliamo di mafia parliamo sempre di un’organizzazione che per raggiungere i propri affari, i propri obiettivi, i propri scopi, usa parte del corpo sociale e segmenti della politica. Anche alcune vicende di questi giorni in fase pre-elettorale hanno dimostrato il tentativo di infiltrarsi. Candidati sospetti sostenuti in un modo scorretto sono davanti agli occhi di tutti”.

Nello specifico gli chiedo se ritiene opportuna la nomina del Ministro Romano. Mi risponde: “Non è mio compito rispondere su questo. Non sono un tuttologo. Sento che per quanto riguarda la politica, la politica deve essere trasparente, pulita, chiara. Se ci sono persone che hanno altri scopi, altri affari devono mettersi da parte. L’allarme dato dal Presidente della Commissione Antimafia Pisanu, recentemente, è un allarme con nomi e cognomi riguardante chi già c’è nella politica del nostro Paese con situazioni di ambiguità e sospetti, che ci deve tenere all’erta perché proprio nelle elezioni amministrative sul territorio ne vedremo delle belle”.

Nel salutarlo, gli dico che sono lì per la sua Libera Informazione. Si ferma, il suo pensiero corre subito all’amico Roberto Morrione: “E’ un grande giornalista, di quelli che hanno sempre risposto alla loro coscienza, alla dimensione etica e professionale e non al padrone di turno. Ha tenuto sempre la testa alta per la sua professionalità, per la sua libertà, per un’informazione veramente libera. Cominciò a fare i suoi primi servizi con Enzo Biagi e da lì una scia di impegni, ha fondato Rai News 24, ha inventato un modo di comunicare che all’inizio non tutti consideravano. Un grande uomo”.

Questo articolo è stato scritto il 18 maggio, ma è stato pubblicato soltanto oggi dopo la nomina del nuovo direttore responsabile della testata

      

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