Due Poster
poster. Entrando vi accoglievano i “Sette Samurai” di Akiro Kurosawa e
uscendo vi salutavano i volti (sorridenti, se ricordo bene) di Falcone e
Borsellino.
Ecco, in due poster, Roberto, con la sua professionalità e la sua umanità, come io l’ho conosciuto.
Il
poster dei Sette Samurai rappresentava non solo la sua concezione della
vita, ma soprattutto il suo modo di affrontarla e viverla tutti i
giorni. Era il modo del samurai, pronto a combattere singole battaglie e
grandi guerre senza mai tirarsi indietro, con cuore e con cervello, ma
sempre dalla parte dei più deboli, degli indifesi, di chi ha bisogno di
aiuto. E sempre in nome di una giustizia terrena che affida “a chi può”
la responsabilità, e il compito, di garantirla a “chi non può”.
Il
poster di Falcone e Borsellino rappresentava l’impegno e la passione
civile di Roberto, intesi come coinvolgimento e azione in prima persona.
Un impegno civile trasferito nella pratica quotidiana, fatta di atti
concreti. Una passione civile che Roberto ha sempre messo in tutto ciò
che faceva, dall’attività politica a quella professionale, fino a quella
sociale.
Falcone e Borsellino, rappresentano gli eroi di questo
modo di concepire l’impegno civile trasferito nella professione e nella
lotta alle mafie.
Roberto era anche un cinefilo. Ricordo un
film di cui parlammo molto, “Ghost Dog – Il Codice del Samurai” di Jim
Jarmush. Ghost Dog era un killer inattuale che agiva come un moderno
Samurai in un film poetico pieno di tribù e razze in estinzione. Forse
anche Roberto rappresentava una razza in estinzione. Ma ha seminato
tanto. Qualcosa nascerà.
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