Ciao Roberto. Ciao mio indimenticabile capocronista
Il dolore per la morte di Roberto è così acuto che non riesco a
raccontare i tanti pezzi di storia professionale comune e tutto quello
che mi ha insegnato non solo dal punto di vista giornalistico. Roberto
Morrione è stato un grande uomo, uno di quelli che devi solo essere
felice, e grato a Dio o al destino, di averlo incrociato e di esserne
stata davvero un po’ “allieva”.
Voglio solo lanciare una
proposta, tutta da definire e da mettere a punto a mente fredda: una
serata fra un mese in un teatro romano per parlare di Roberto, per
portare avanti il suo impegno nell’informazione sociale, per cercare di
continuare a dare corpo alle sue idee, rivedendo anche molti suoi
contributi televisivi, un appuntamento da organizzare con gli amici di
Libera e della FNSI, ma anche con l’associazione Ilaria Alpi e con tutte
le organizzazioni che possono essere interessate e con le quali Roberto
ha collaborato.
Ettore Guastalla e tanti i colleghi di Rainews
ci stanno già lavorando. E in quell’occasione lanciare con il sindacato
un premio dedicato a Roberto che dovrebbe riguardare il giornalismo
investigativo, d’inchiesta, ovviamente per i giovani. Roberto ne ha
allevati tanti di bravi giornalisti, con una generosità che è difficile
spiegare, sarà felice che nel suo nome altri giovani imparino il
mestiere con le regole che per lui erano sacre: completezza,
oggettività, imparzialità e mai nascondere una notizia, ma cercarle
sempre, scavare, indagare, trovare la verità, anche se scomoda. Un
giornalismo autenticamente da servizio pubblico che purtroppo anche alla
Rai sopravvive solo in alcune aree e non, come dovrebbe essere, in
tutta l’offerta informativa.
Ma l’eredità di Roberto non andrà
dispersa, siamo in tanti ad aver firmato un patto ideale per questo,
come quando fondammo Articolo 21. Ciao mio indimenticabile capocronista!
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