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Salento: Dia e Carabinieri sequestrano beni per 1,6 milioni di euro

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce, coordinati
e diretti dal Maggiore Francesco Mazzotta, in collaborazione con il
Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, hanno sequestrato
aziende e beni immobili riconducibili a Giovanni Mazzotta, 46enne di
Monteroni, già condannato alla pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione
per traffico di sostanze stupefacenti. Giovanni Mazzotta detto Gianni
Conad (in quanto ha sempre operato nel settore dei supermercati), si
legge nelle carte giudiziarie, appartiene o comunque è vicino al
sodalizio mafioso denominato “clan Tornese”, della Sacra Corona Unita.
L’impero economico messo sotto chiave dagli uomini del Maggiore
Francesco Mazzotta è costituito da 3 società a responsabilità limitata
che gestivano 7 supermercati, 4 immobili ed un terreno per un valore
complessivo ammontante ad oltre 1,6 milioni di euro.

La proposta di misura patrimoniale è stata avanzata dal Procuratore della Repubblica di Lecce, dr. Cataldo Motta, a conclusione di complesse e difficili indagini svolte con successo dalla Dia di Lecce, che hanno portato alla luce un’evidente sproporzione tra gli irrisori redditi dichiarati dal Mazzotta e l’enorme patrimonio accumulato. Il provvedimento di sequestro anticipato è stato emesso dal giudice Roberto Tanisi, presidente della seconda sezione penale, che ha fissato per il 6 giugno la camera di consiglio per la convalida. Mazzotta, in quella sede, assistito dall’avvocato Paolo Pepe, potrà difendersi dalle accuse della Procura. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i supermercati sequestrati: il Meta di via Fratelli Bandiera a Leverano; il Gulliper di via Vittorio Emanuele a Maglie; il Gulliper di Via Aldo Moro a Leverano, tutti gestiti dalla società Dennis s.r.l., amministrata dalla moglie di Mazzotta.

Gli altri punti vendita sequestrati sono gestiti, invece, dalla società Mi.Che. s.r.l. amministrata da un presunto prestanome. Nell’ordine troviamo il supermercato di via Cazzella a Leverano, il supermercato Pam sito in Nardò in via Martiri Neretini, il punto vendita Mondo Casa  sito in Leverano e il supermercato Pam sito in via XXIV Maggio a Leverano. Va sottolineato che oggetto di sequestro sono solo le attività commerciali, mentre i locali sono di proprietà di terzi estranei alla vicenda. Tutti gli esercizi commerciali continueranno a funzionare in regime di amministrazione giudiziaria affidata all’avv. Cosimo Ruppi.

Bisogna rilevare che la richiesta di sequestro si basa su tre elementi. Il primo: la riconducibilità di tutti i beni, al di là della loro formale intestazione, a Giovanni Mazzotta, che gestiva direttamente i supermercati, pur non essendone il titolare, impartendo ordini a chi formalmente risultava il responsabile della gestione. Il secondo: l’appartenenza o quanto meno la vicinanza di Mazzotta al clan Tornese, confermata dalla condanna. Il terzo: una forte sproporzione fra il valore dei beni e i redditi percepiti da Mazzotta che possono essere appena sufficienti per garantire un’esistenza dignitosa ma non la formazione di un impero economico. Si comprende benissimo il sospetto degli investigatori riguardo alla natura illecita delle fortune accumulate. Da qui il primo passo che dovrebbe portare alla confisca definitiva dei beni.

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