Operazione Coriolano, chi è stato arrestato e perché
Il gip Ines Casciaro ha emesso nove ordinanze di custodia cautelare. In manette sono finiti: Leonardo Costa, 48 anni, di Corigliano d’Otranto, pluripregiudicato, già sottoposto al regime di sorveglianza speciale. La moglie Cosima Maria Baccaro, detta Mina, di 47 anni, casalinga. I fratelli Puce: Renato intonacatore, di 34 anni, e Paolo, di 47, titolare del bar De Monti, di Corigliano. In carcere sono finiti anche Salvatore Luchena, detto Toto, 48 anni; Luigi Antonio Fonseca, 32 anni, gestore di un’ area di servizio; Ugo Donno, 20 anni; Antonio Alemanni, 36 anni, operaio. Tra gli arrestati anche un albanese: Sokol Myderizi, di 32 anni, residente a San Pietro in Lama. In tutto gli indagati sono stati 30.
Rispondono di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e allo spaccio di cocaina: Costa, Baccaro, Renato Puce, Fonseca, Donno, Myderizi e Luchena. Costa e i fratelli Puce rispondono anche della vendita di nove chili e mezzo di marijuana per un importo di circa 40mila euro. Di detenzione di armi (quattro pistole ed un fucile) sono accusati Leonardo Costa, Cosima Baccaro, Renato Puce e Sokol Myderizi.
Su Antonio Alemanni, gommista, nipote di Cosima Baccaro, grava l’accusa di essere il responsabile dell’ esplosione che, l’11 dicembre scorso, ha distrutto la cabina telefonica di Piazza Vittoria a Corigliano. La colpevolezza del giovane si evince dalle intercettazioni in cui si sente la zia infuriata con il nipote perché il suo gesto avrebbe portato i carabinieri ad intensificare i controlli sul territorio. Gli arrestati sono difesi dagli avvocati Massimo Bellini, Luigi Corvaglia ed Elio Maggio.
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