Il maggiore Mazzotta: un duro colpo alla mafia imprenditrice
E’ grande la soddisfazione del Maggiore Francesco Mazzotta dopo lo svolgimento dell’operazione portata a termine con successo. Sul suo volto, che solitamente non lascia trasparire emozioni, concentrato com’è sul lavoro e consapevole dell’importanza e della delicatezza del ruolo ricoperto, si nota la tranquillità di chi sa di avere svolto fino in fondo il proprio dovere con la massima serietà e di aver inferto un duro colpo alla criminalità salentina. Misurato, concreto ed essenziale come sempre ama lavorare nell’ombra lontano dalle luci della ribalta, ma la consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante, di aver portato a termine un lavoro oscuro e difficile lo spinge ad esprimere alcune importanti riflessioni.
«I risultati di questa indagine testimoniano l’efficacia delle misure di prevenzione patrimoniali nel contrasto alla criminalità organizzata. Questo istituto, anche sulla base dei positivi risultati ottenuti sotto il profilo qualitativo e quantitativo soprattutto negli ultimi decenni, è unanimente riconosciuto come essenziale e necessario sul terreno di una moderna strategia di lotta alla criminalità. E’ proprio la potenza economica a rendere estremamente pericolosa la criminalità consentendole, soprattutto, di integrarsi con il sistema economico-finanziario talora non parallelo, né occulto, né illegale, ma lecito: la cosiddetta mafia imprenditrice».
«L’odierna indagine – continua il responsabile del settore indagini patrimoniali della Dia di Lecce – ha dimostrato come la criminalità a fronte di una imponente massa di danaro abbia diversificato gli impieghi, reinvestendo i capitali illeciti nel finanziamento di imprese formalmente lecite, nel caso di specie i supermercati, anche se finanziate con danaro sporco dando luogo a quel settore di mercato denominato, dagli economisti, economia mafiosa. Il profitto e il denaro sono infatti la ragione d’essere della criminalità: sequestrarli e confiscarli costituisce la soluzione».
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