NEWS

Anticorruzione: una proposta modesta

Di Ennio Rossi* il . Lombardia, Progetti e iniziative

Viviamo un periodo emergenziale: le cronache giudiziarie costantemente denunciano il proliferare di episodi di corruzione. La corruzione crea sfiducia, gravi danni al patrimonio collettivo e, cosa gravissima, costituisce un “cuneo” per le mafie per penetrare nei Comuni, Regioni, nel Parlamento e nei grandi enti. Un esempio didascalico rende l’idea. Il criminale (attento a lasciare le tracce dei pagamenti della tangente estero su estero per potere ricattare alla bisogna) corrompe l’ingegnere comunale e il sindaco per sanare un abuso edilizio; raggiunto lo scopo l’indomani, anche al fine di riciclare denaro sporco, lo stesso si ripresenta e riprova “alzando la posta”, chiedendo all’ingegnere e al sindaco (ormai in pugno) di modificare i piani urbanistici per impiantare un supermercato o per costruire centinaia di appartamenti in zona parco, così da poter lucrare abusando e sottraendo alla collettività spazi pubblici e nello stesso tempo riciclando denaro lurido.
 
La Corte dei Conti da tempo lancia il suo grido contro sperperi e ammanchi. Il sistema penale è strutturato in modo tale che non esiste un valido deterrente (procedure processuali farraginose e “ad ostacoli”, arresti domiciliari, patteggiamenti, assegnazione ai servizi sociali, sconti di pena, divieti di intercettazioni, processi facili alla prescrizione, etc.) e i criminali si sentono forti; il dilagare dei vari comitati di malaffare che imperano indisturbati “spolpano” le risorse rimanenti. Anche chi vota per l’attuale opposizione ha dovuto prendere atto che fra le proprie fila albergano soggetti che tramano loschi affari. Se non si interviene tempestivamente è facile prevedere che alle prossime votazioni il numero dei votanti scenderà in picchiata, al grido populista “che voto a fare tanto son tutti uguali, son tutti ladri”.  
 
Noi di Libera riteniamo che occorra dare un forte segnale di speranza un po’ concreto ed un po’ simbolico perché alla vita pubblica accedano gli onesti e capaci scalzando gli altri. Anche i migliori protagonisti della politica che non avrebbero certo bisogno di credenziali (ci viene in mente Rodotà per tutti) capiranno e, per evitare accuse di disparità di trattamento, per il bene comune con umiltà, accetteranno di sottoporsi alle condizioni sotto illustrate, seppure essendo “al di sopra di ogni sospetto” come già detto, non ne avrebbero bisogno
 
La carica pubblica è un atto volontario per cui non si obietti che la norma sotto proposta ha contorni  “populisti”. Anzi, riteniamo sia sinonimo di elevata responsabilità civica; sarebbe infatti un segnale dato dal supremo interesse di tornare ad infondere fiducia e di buona volontà “a cambiare marcia” e potrebbe in futuro indurre una maggiore tolleranza da parte dei cittadini nell’affrontare i prossimi sicuri sacrifici dati dalla congiuntura economica in corso. Oltre tutto la fazione che avesse il coraggio di proporre questa norma godrebbe di un vantaggio elettorale tal che la fazione avversaria per non perdere terreno sarebbe probabilmente indotta ad adottare la medesima condotta.
 
La promulgazione della norma proposta avrebbe i vantaggi di prevenire a tal punto, che chi avesse intenzioni truffaldine e volesse ricoprire una carica pubblica, tenderà a tirarsi indietro per evitare puntigliosi controlli  e l’emersione di “scheletri nell’armadio”. Insomma presumibilmente il mascalzone tenderà a “stare alla larga” da problemi, allontanandosi volontariamente dalle cariche pubbliche lasciando così il posto a gente per che non ha questi timori.
 
La proposta qui avanzata, fra l’altro, nei suoi contenuti essenziali è già applicata a soggetti incaricati di gestire pubblici poteri: magistrati, carabinieri, poliziotti devono già render conto del loro operato anche fuori dallo stretto ambito di servizio. Improvvisi arricchimenti, amicizie sconvenienti etc. possono costituire oggetto di censura da parte dei superiori. E questo per ovvi motivi: essi rappresentano la Legge e lo Stato e come tali anche nella loro vita privata devono evitare comportamenti sconvenienti che appannerebbero l’immagine dell’Istituzione e minerebbero la fiducia dei cittadini. Se questa regola vale per questi funzionari non si capisce perché non potrebbe essere estesa a consiglieri comunali, sindaci, governatori, parlamentari, direttori di grandi enti pubblici, ossia a coloro che hanno in mano le sorti di 60 milioni di persone!
 
Pare ovvio pretendere che chi manovra miliardi di euro nell’interesse della comunità debba essere ed apparire limpido. D’altro canto, la scelta di candidarsi è decisione volontaria; si può scegliere di accettare o meno queste regole. Se a qualcuno stessero strette, ebbene non si proponga agli elettori.
 
Una sanzione ridicola ed inutile
 
Secondo l’attuale concezione della politica la sanzione, che scoraggerebbe la cattiva amministrazione (p.es. constatata da parte di cittadini arrabbiati per le colate di cemento) consisterebbe nella mancata rielezione; punizione ridicola che non ha nulla di deterrente: si pensi ad un Sindaco (e sodali) promotori ed attuatori di un piano regolatore finalizzato alla cementificazione del territorio (in cambio di tangenti versate “estero su estero” da un mafioso) forzando la legislazione vincolistica di una zona destinata a parco; e supponiamo che questi in forza dell’autorità conferita rilascino centinaia di permessi di costruire. A costoro, arricchitosi durante il quadriennio di malgoverno, cosa importerà di subire la “punizione degli elettori” consistente nella mancata rielezione? 
Basterà spartirsi il “bottino” accumulato all’Estero (da fare rientrare con lo scudo prossimo venturo).  Il nuovo sindaco entrante, onesta persona, nulla potrà per revocare licenze già rilasciate dal predecessore.  Bisogna insomma che si creino anticipatamente le condizioni potenziali di buon governo (per quanto possibile ) affinché  il soggetto truffaldino sia scoraggiato a devastare od appropriarsi della cosa pubblica. Dopo, “a babbo morto” sarà impossibile ricucire i danni fatti dal delinquente.
 
*Ennio Alessandro Rossi, commercialista
, “Libera” Brescia

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link