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‘Ndrangheta canadese

Di Gaetano Liardo il . Calabria, Internazionale

Scrivi Ontario, Canada, e leggi Calabria. Le più importanti operazioni condotte dalla Dda di Reggio Calabria hanno messo in evidenza gli stretti collegamenti tra le cosche calabresi e le famiglie “canadesi”. Le operazioni “Il Crimine” e “Il Crimine 2” hanno fornito elementi di particolare interesse. «Nella città di Toronto – scrivono i pm – esisterebbero sette famiglie criminali che hanno al loro interno per lo più soggetti di origine calabrese». Sette gruppi criminali che farebbero capo a Vincenzo Tavernese, Cosimo Figliomeni, Antonio Coluccio, nella cui organizzazione sarebbe operativo Carmine Verduci, Cosimo Commisso, Angelino Figliomeni, Jimmy Demaria e Domenic Ruso. Nella regione dell’Ontario ci sono nove locali di ‘ndrangheta, le più importanti a Toronto e a Thunder Bay, e ci sarebbe anche il Crimine, una struttura verticistica di raccordo. 

Proprio come quella esistente in Calabria. Tuttavia, pur forti e ricche, le ‘ndrine “canadesi” fanno riferimento a quelle calabresi, mantenendo rapporti e contatti frequenti. Molto frequenti. Già perchè i rappresentanti delle ricche famiglie canadesi in Calabria ci tornavano spesso. Mantenendo uno strettissimo rapporto con Giuseppe Commisso, il “Mastro”, boss di Siderno e del mandamento jonico della provincia reggina. Il territorio da dove proviene la maggior parte dei boss che hanno messo radici in Canada: da Siderno, appunto, da Marina di Gioiosa Jonica, da Gioiosa, i boss “canadesi” si rapportano con i Commisso, gli Aquino – Coloccuio, i Bruzzese, solo per citarne alcuni. Vicenzo Tavernese, Carmine Verduci e Antonio Coluccio: «Che – scrivono i pm reggini – rappresentano, anche secondo le autorità canadesi, il vertice di un gruppo criminale operante a Toronto (Canada) – si alternano via via nelle varie riunioni, facendo la spola tra il Canada e la Calabria e, quando non sono presenti, vengono comunque informati dell’avvenuta mangiata». Presenti e coinvolti anche in quelle riunioni dove si prendono decisioni importanti per la ‘ndrangheta nel suo complesso. Gli inquirenti, ad esempio, parlano della riunione del 12 giugno 2008, dove per i “canadesi” era presente Carmine Verduci, nel corso della quale è stata presa la decisione di “eliminare” Carmelo Novella, il boss che in Lombardia stava cercando di rendersi autonomo dalla “casa madre”. 
Seguendo i movimenti tra Canada e Calabria gli inquirenti nell’agosto del 2008 sono riusciti ad arrestare il boss latitante Giuseppe Coluccio, il broker internazionale di cocaina che si rifugiava a Toronto. Gli affari dei boss in Canada sono variegati e hanno, di fatto, reso ricche e potenti le famiglie calabresi. Dal traffico internazionale di stupefacenti al controllo del gioco d’azzardo, dall’usura agli investimenti nel campo della ristorazione fino all’edilizia. «Le attività illecite e di reinvestimento svolte in Canada – si legge ne “Il Crimine” – hanno anche lo scopo di consentire il mantenimento in vita della componente italiana della struttura criminale indagata o comunque, di garantirne, quando necessario, il relativo supporto logistico». La “lavanderia” canadese consente, così, alla ‘ndrangheta di ripulire il denaro sporco e di fare ulteriori profitti, diversificando gli affari. Mantenendo, tuttavia, sempre uno stretto legame con la Calabria. Sia in termini di aiuto per boss in fuga o latitanti, che con aiuti economici. A tal proposito i pm scrivono: «Del fervore imprenditoriale della componente canadese che evidentemente aveva, dalle sue attività, guadagni così rilevanti da poter rappresentare un punto di riferimento per aiuti economico – finanziari anche a soggetti vicini – entranei alla componente italiana». Una potenza criminale che ha messo radici in Canada, sfruttando anche le difficoltà di Cosa nostra. Attiva a Montréal, dopo l’arresto di Vito Rizzuto ha subito l’attacco, secondo gli inquirenti, sferrato proprio dai calabresi che ha causato la morte di elementi di spicco della famiglia Rizzuto, legata con i Cuntrera – Caruana e con i Bonanno di New York. 
Tanta forza e potenza, tuttavia, resta subordinata al riconoscimento della leadership calabrese. Alla “casa madre” si chiedono consigli, suggerimenti e interventi per risolvere problemi. E’ questo legame che rende la ‘ndrangheta forte in Calabria e nel mondo intero. 

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