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Beni confiscati, la Calabria è la terza regione italiana

Di Anna Foti il . Calabria

Reggio Calabria supera Napoli e si porta al secondo posto per numero di beni confiscati alla mafia insistenti sul suo territorio. Così in testa rimane Palermo con 3.360 unità, seguita da Reggio con 1075 e Napoli 923. Rimane alta l’attenzione a Milano dove i beni sono 545 e cresce l’attività di aggressione ai patrimoni anche a Roma dove i beni sono diventati 405. Altra città calabrese, nell’ambito di questi dati aggiornati al primo aprile 2011, è Catanzaro con 253 beni al pari di Brindisi agli ultimi posti. 

Sono 11.317 i beni confiscati al 1 aprile 2011 (fonte ANBSC). Passati da 11.234 a 11.317 i beni confiscati in via definitiva nei primi tre mesi del 201, dal 31 dicembre 2010 al 1 aprile 2011, e quindi inseriti nel patrimonio indisponibile dello Stato. La Sicilia è sempre la prima regione per beni confiscati con il 44,14%, seguita dalla Campania (14,91%), dalla Calabria (14,23%) e dalla Lombardia (8,51%). I beni sono così distribuiti: Palermo 3.360;  Reggio Calabria1.075;  Napoli 923; Catania 592; Milano 545; Caserta 485; Roma 405; Trapani 368; Bari 357; Catanzaro 253; Brindisi 253.

Di fondi è necessario parlare, adesso, per approfondire l’analisi del fenomeno e dunque occuparsi di gestione e riutilizzazione sociale degli stessi beni acquisiti ora dallo Stato e sottratti alle cosche. In questo senso sono 28 i progetti approvati nell’ambito del Punto 2.5 “Migliorare la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata” del Programma Operativo Nazionale (PON) Sicurezza per lo Sviluppo/ Obiettivo Convergenza 2007 – 2013 finalizzato al miglioramento della qualità urbana, ad attività di promozione sociale e al contenimento delle aree emarginate, attraverso la ristrutturazione dei beni confiscati e la riconversione degli stessi al fine del loro reinserimento nel circuito produttivo.

Il budget iniziale complessivo è di € 91.546.293,00 così distribuiti: alla Calabria € 13.081.965,27, alla Campania, € 27.070.238,84, alla Puglia, € 2.099.275,13, alla Sicilia, € 29.294.813,76).  La Calabria è terza per numero di beni illecitamente accumulati e sottratti e prima, dopo Sicilia e Campania, prima per valore di importi assegnati nel 2010, nonostante sia ultima per numero di progetti ammessi a finanziamento. In questo senso, infatti,  primeggiano la Puglia e la Campania, segue poi la Sicilia e infine la Calabria cui comunque è stato assegnato quasi il 70 %, percentuale più alta, dell’importo complessivo destinato dal suddetto Pon. Alla Puglia e alla Campania al 31 dicembre 2010 risultano essere stati assegnati rispettivamente il 45,41% e il 19,67%, alla Sicilia il 26,29%  e alla Calabria il 65,94%. Il residuo da impegnare, alla stessa data infatti, è pari al 34% in Calabria, 55% in Campania, 74% in Sicilia, 80% in Puglia. Tra i progetti ammessi a finanziamento in Calabria, la realizzazione della Caserma dei Carabinieri di Gioia Tauro (RC), l’avviamento al lavoro dei migranti regolari a Rosarno, la realizzazione di un centro per la legalità di Limbadi (VV).

Da evidenziare, infine, il ruolo dell’Anbsc (Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati) con sede a Reggio Calabria che ha portato a finanziamento 11 progetti, corrispondenti a un impegno finanziario di € 16.129.503,64, che si sono sommati ai 17 progetti già ammessi a finanziamento precedentemente, per un importo di € 16.837.880,89. Contributi arrivano anche da altri fronti come il milione di euro destinato da Unicredit a due progetti, uno in Calabria e uno in Sicilia, di attività avviate su terreni confiscati alla mafia. 450 mila euro saranno destinati alla tenuta in contrada Bosco Falconeria di Partinico e un’altra convenzione sarà firmata da Unicredit Foundation  a metà maggio a favore del consorzio “Terre del Sole” di Reggio Calabria, per il progetto ‘Giona’, un network di beni confiscati alle mafie: economie, sinergie e inserimento lavorativo.

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