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Duro colpo alla Scu, catturato il nuovo capo

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

«Sono io, state tranquilli, sono io. Lucì, non ti preoccupare, non ti
fanno niente, sono brave persone. Questo è il loro lavoro». Con queste
parole il boss Francesco Campana ha “accolto” gli uomini della Squadra
mobile che lo hanno svegliato all’alba, quando era ancora a letto. Li ha
rassicurati subito, avendo capito che era inutile continuare a
nascondersi e negare la sua identità. Accanto a lui la compagna
pietrificata al cospetto degli agenti che ammanettano il suo uomo.
Termina così la latitanza di Francesco Campana, mesagnese di 38 anni, al
vertice della Sacra Corona Unita brindisina.

Latitanza durata nemmeno un anno. Gli agenti lo hanno trovato in una dépendance di un appartamento di Oria, dove si era nascosto dopo lunghe indagini. Mentre lo facevano salire in auto per portarlo in carcere, i poliziotti hanno applaudito i colleghi della squadra mobile, come a Palermo. Mai accaduto prima a Brindisi. Nei guai sono finiti anche la donna, Lucia Monteforte, 45enne di Brindisi, e il proprietario dell’immobile, l’oritano Angelo Mingolla, accusati di favoreggiamento personale.
Campana, vera “primula rossa” della mafia pugliese, era latitante dal maggio 2010. Nel 2009 era stato scarcerato, poi, in seguito alla condanna definitiva a nove anni per associazione di stampo mafioso si era dato alla macchia. A suo carico anche un’altra condanna, non ancora definitiva, a quattordici anni e otto mesi, sempre per mafia. Questo, per gli investigatori, dimostra la sua appartenenza organica alla Sacra Corona Unita, sponda brindisina.

L’operazione, diretta dal sostituto procuratore Alberto Santacatterina della Direzione distrettuale antimafia, è stata portata a termine dagli agenti della Squadra mobile di Brindisi, agli ordini del vicequestore aggiunto Francesco Barnaba, e più precisamente dalla Sezione criminalità organizzata, guidata dal sostituto commissario Vincenzo Leo, con l’ausilio della Squadra mobile di Lecce. Gli investigatori avevano ormai focalizzato le indagini sulla zona malgrado le voci di avvistamenti che lo volevano a Milano, in Calabria o a Taranto. «Ma avevamo il sentore che fosse in quell’abitazione», ha affermato il vicequestore aggiunto Barnaba. Gli agenti per un giorno e mezzo hanno tenuto sotto controllo la casa e le strade adiacenti. Per avvicinarsi il più possibile al cancello di vicolo Verdi e preparare il blitz, i poliziotti hanno anche finto di fare volantinaggio. Per paura che Campana potesse fuggire, gli agenti hanno circondato l’abitazione ed esteso il controllo anche agli isolati limitrofi.

Campana è considerato dagli inquirenti un boss di primo piano della malavita locale. I suoi riferimenti sarebbero i capi storici della Sacra Corona Unita Salvatore Buccarella e Pino Rogoli, in evidente e forte contrasto con la frangia mesagnese della Scu, quella del “quadrumvirato” di Massimo Pasimeni, Antonio Vitale, Daniele Vicientino ed Ercole Penna, tutti già in carcere. Il procuratore capo della Dda Cataldo Motta lo ha definito: «Un emergente legato al passato. Una figura nuova che si inseriva nell’ambito di nuovi equilibri, soprattutto a Brindisi, d’intesa con i fratelli Brandi, per assumere il controllo della città». Campana aveva concentrato i suoi interessi sul capoluogo perché nella sua Mesagne era diventato come sottolineato da Motta «forse una presenza un po’ troppo ingombrante, anche a causa dei suoi legami con Buccarella e Rogoli».

Non nasconde la sua soddisfazione il questore Vincenzo Carella: «Questa operazione è il coronamento di una forte pressione alla criminalità della provincia di Brindisi, un segnale fortissimo al territorio». Oltre ai fatti già accertati, sarà necessario verificare le responsabilità di Campana anche in altri casi rimasti irrisolti, su tutti il ferimento del 35enne Vincenzo Greco, verificatosi a Mesagne lo scorso luglio.

Anche i massimi rappresentanti del governo hanno espresso la loro soddisfazione. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo essersi congratulato con il capo della Polizia Antonio Manganelli, per la cattura di Campana, ha dichiarato: «Un durissimo colpo alla Sacra Corona Unita, frutto di sforzi compiuti attraverso il lavoro dei gruppi investigativi speciali». Secondo il ministro della Giustizia, Angelino Alfano: «La Scu è stata decapitata e la cattura del suo capo è lo straordinario risultato di un eccellente lavoro di squadra». Per il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano: «E’ l’ulteriore conferma della presenza dello Stato in un territorio difficile. Nonostante il recente massiccio impiego di personale delle forze dell’ordine proprio in quell’area, sono proseguite le altre attività tese a ripulire il territorio dai soggetti più pericolosi. Di tanta dedizione e generosità va reso merito alla Polizia di Stato».

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