NEWS

Donne dentro le rivoluzioni

Di Norma Ferrara il . Progetti e iniziative

In queste rivoluzioni che con effetto domino stanno attraversando numerosi paesi africani (e non solo) le donne hanno avuto un ruolo determinante. Lo confermano studiosi di fama internazionale, inchieste giornalistiche, racconti dal fronte africano. Ancora oggi, nella fase incerta quanto interessante, della ricostruzione di nuovi equilibri –  fra processi migratori e loro effetti, fra nuovi poteri politici e l’esigenza di democrazia, fra lo sviluppo economico e un’altra idea di società –  continuano ad essere il cardine della ricostruzione. Di ritorno dal Social forum di Dakar (WSF) le donne italiane inviate nella “pancia dell’Africa” raccontano delle rivoluzioni in atto nel Nord Africa. L’hanno fatto ben prima che i mass media se ne occupassero. Lo continuano a fare oggi.

L’occasione è data dal Ciclo di incontri “Donne che percorrono l’immaginabile” organizzato dalla Casa internazionale delle Donne a Roma e in particolare dalla Rete internazionale delle Donne per la Pace il 6 aprile scorso. A parlarne Raffaella Chiodo della Rete internazionale delle Donne, Patrizia Sentinelli, ex vice – ministra degli Affari Esteri (governo Prodi), la scrittrice italo – somala Cristina Ali Farah. In collegamento telefonico la giornalista Giuliana Sgrena del Manifesto. «Le rivolte del Nord  Africa – sottolinea la Chiodo – sono un segnale che questi Paesi non possono più aspettare». «Proprio al WSF di Dakar le donne – raccontano le organizzatrici – avevano avuto un ruolo predominante. Le proposte, la partecipazione, facevano presagire cambiamenti in corso. E’ la giornalista, Giuliana Sgrena, in particolare, a ricordare come queste rivoluzioni siano state in grado di rompere gli equilibri ma che «la libertà e la democrazia sono frutti di “processi”».

Ci vorrà del tempo, sottolineano le relatrici dell’incontro ma il percorso era in atto ben prima che se ne accorgessero i “grandi” del mondo, i giornalisti e le associazioni internazionali. E da tempo, a preparare il terreno, sono state  le battaglie continue e coraggiose delle nonne egiziane, delle giovani tunisine, delle donne del Magreb. In seguito l’onda delle rivoluzioni ha assunto anche contorni violenti, inattesi. Le donne di Dakar erano dunque il termometro per capire che la temperatura in quei Paesi si stava alzando. In Tunisia –  in particolare raccontano le inviate della Rete internazionale delle Donne –  i giovani e le donne sono i maggiori protagonisti non solo della fase “della cacciata di Ben Alì”.

«Quando arrivammo – racconta la Chiodo – ad accoglierci giunsero tantissime donne, madri, zie, nonne, con delle scope in mano. Pensammo fossero contro di noi, in difesa del vecchio regime. E invece erano scese per accoglierci e l’avevano fatto con questo simbolo della rivoluzione al femminile». Durante il dibattito si parla a lungo anche di politiche di migrazione e dell’emergenza che sta attraversando il mediterraneo, Italia in testa. «Serve fare nuove scelte in materia di politiche di accoglienza e migrazione – ricorda la Patrizia Sentinelli, ex vice – ministra degli Affari Esteri del Governo Prodi, che sottolinea come «serve cambiare prospettive e punti di vista per guardare a società che accolgano e sappiano integrare, nel rispetto delle differenze».

Un esempio in questa direzione lo porta al tavolo del dibattito la scrittrice somala Cristina Ali Farah. Racconta delle vicende che attraversano da decenni, senza soluzione alcuna, il suo Paese. Ma anche le condizioni in cui vivono sparsi nel mondo e anche in Italia i giovani e le donne della “diaspora” somala. «La comunità a Roma come altrove – ricorda Cristina Alì Farah – non è ancora protagonista del dibattito pubblico. Ma la letteratura, l’arte e la cultura possono essere linguaggi unificatori». Il ciclo in incontri continua alla Casa internazionale delle donne.

Per info: www.casainternazionaledelledonne.org

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link