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Caponnetto: non toccate la costituzione

A cura di Lorenzo Frigerio il . Ipse dixit

I più 
illustri costituzionalisti e la stessa Corte Costituzionale ci insegnano
che non soltanto i principi fondamentali contenuti nei primi 54 articoli,
ma anche tutto l’impianto complessivo ispiratore della Costituzione
non sono suscettibili di revisione costituzionale. Vi rientrano sicuramente
alcuni temi disciplinati nella seconda parte della Costituzione, quella
che regola l’ordinamento della Repubblica. Si pensi ad esempio al
regolamento dei rapporti tra potere giudiziario, esecutivo e legislativo.
Vorrei che questo fosse un punto fermo e chiaro: la libertà e la democrazia
si valuta proprio nel funzionamento armonico di questi tre poteri, ognuno
dei quali deve rimanere nella sua sfera di attribuzione e di competenza.
Da Montesquie in poi l’effettiva divisione dei poteri è rimasta uno
dei parametri principali, forse il principale, per misurare l’autenticità
di ogni moderna democrazia. Occorre perciò diffidare da quanti cercano
di minimizzare i propositi di revisione costituzionale affermando di
volersi limitare a modificare la seconda parte della Costituzione. La
seconda parte, che disegna l’organizzazione dello Stato, è discendenza
diretta, attuazione pratica dei principi inseriti nella prima parte. 

Antonino Caponnetto,
magistrato

Caltanissetta
1920/Firenze 2002 

Tratto da Antonino Caponnetto,
“Costituzione, una carta da buttare?”

Conferenza
tenuta al Comitato per la Costituzione “Giorgio La Pira”

Milano 4 novembre
1994

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