Trapani e la Libia, storie che tornano a intrecciarsi
La Libia e Kinisia tornano ad
incrociarsi. Da una parte la guerra e dall’altra quella che oggi si
chiama «immigrazione clandestina» e che forse ieri veniva chiamata,
e vista altrettanto in modo pericoloso, «infiltrazione», sono
questi il loro comune denominatore, nei tempi andati come adesso.
Oggi con la tendopoli che nell’ex aeroporto militare ospiterà
entro venerdì mattina quasi 800 di quegli immigrati libici che sono
arrivati a Lampedusa come profughi dal loro paese dilaniato dalla
guerra civile e martoriato dalle bombe dell’alleanza dei
«volontari» che per quanto intelligenti (le bombe) esplodono
causando morte.
Kinisia è l’aeroporto dei «misteri».
In mezzo alla campagna appena fuori Trapani c’è una lunga pista,
dove stanno piantando le tende, vicino delle strutture diroccate, una
vecchia torre di controllo, questo fu aeroporto militare chiuso oltre
20 anni addietro. Una lunga pista di cemento tra le terre in parte
coltivate, una serie di arbusti, uliveti, delle serre distrutte.
L’aeroporto dei «gialli» perchè qui venivano ad esercitarsi gli
uomini della Gladio siciliana, la struttura «parallela» della Nato
venuta ad insediarsi a Trapani quando il suo «impegno» strategico
sulla carta era «fronteggiare il “pericolo” comunista». Quando
cadde il muro di Berlino, Gladio con il centro Scorpione era già
insediato a Trapani dal 1987. A capeggiarlo un “maresciallo” del
Sismi, Vincenzo Li Causi, morto ammazzato nel 1993 in Somalia da
cosidetto «fuoco amico» alla vigilia di un suo ritorno a Trapani
dove i magistrati volevano sentirlo ancora sugli affari della Gladio
trapanese. La struttura restò in piedi tra il 1987 ed il 1990,
ufficialmente doveva occuparsi «di una possibili infiltrazione dalla
Libia» l’unico atto che fece riguardò la comunità Saman e un
possibile traffico di stupefacenti dentro la stessa comunità.
A Kinisia si dice che in quello stesso
periodo avvenivano strani traffici. Aerei che atterravano che
venivano a prendere armi arrivate a Trapani via mare. Una storia mai
chiarita che resta sullo sfondo del delitto di Mauro Rostagno che
finisce con il mettere insieme Kinisia, Gladio e la Saman. Rostagno
sarebbe riuscito a riprendere uno di questi misteriosi arrivi. Una
porzione di campagna trapanese carica dei «fantasmi» di una
Repubblica che è riuscita a mantenersi anche grazie ad accordi
inconfessabili, trame che passano per Trapani, «territorio di
conquista», ieri con le vicende rimaste oscure oggi con l’aeroporto
civile che chiude e con la tendopoli che ospiterà tanti fuggiaschi
dalla Libia mentre sopra le loro teste anche quando saranno sotto
queste tende continueranno a volare gli aerei che dalla vicina Birgi
partono per bombardare il loro paese.
Oggi Trapani ha deciso di protestare.
La gente delle campagne attorno a Kinisia è scesa per strada a
bloccare i mezzi dell’Esercito e dei Vigili del Fuoco che andavano
a completare l’impianto della tendopoli, da un’altra parte c’è
la gente che protesta per l’aeroporto civile chiuso. Non siamo in
guerra continuano a dire gli amministratori pubblici preoccupati che
le notizie che escono dagli schermi tv rappresentino Trapani come
territorio di guerra e allontanino i turisti, ma qualcuno la guerra
qui l’ha portata lo stesso. E pensare che i trapanesi, allocchi,
pensavano che dovevano arrivare le barche della Coppa America, sono
arrivate invece quelle dei clandestini che hanno un solo diritto,
quello della migliore accoglienza e non trattati come terremotati.
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