Mafia: il Gip non archivia indagine su Romano
Il giudice delle indagini preliminari di Palermo Giuliano Castiglia non ha archiviato -cosi’ come richiesto dalla procura- l’indagine per mafia a carico del deputato e leader nazionale del Pid Saverio Romano.
E’ stata cosi’ fissata un’udienza, che si terra’ il primo aprile, per ascoltare le “parti”: il pm Nino Di Matteo e l’avvocato Franco Inzerillo, ma anche – se lo riterra’ – lo stesso esponente dei “Responsabili”, aspirante ministro del governo Berlusconi. La decisione e’ stata presa dopo che il giudice ha esaminato la richiesta di archiviazione dell’ipotesi di concorso in associazione mafiosa, fondata sulla mancanza di riscontri sufficienti alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, che aveva parlato di Romano come persona “a disposizione” e votata dai boss di Villabate, Nicola e Nino Mandala’.
La stessa richiesta, pur concludendo per la mancanza di “elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio”, lascia aperti molti dubbi. Anche per questo motivo, secondo il giudice, e’ da valutare se archiviare o imporre lo svolgimento di nuove indagini, assegnando un termine alla Procura: un’iniziativa analoga venne adottata nel 2010 da un altro Gip di Palermo, in una situazione pressoche’ identica, nei confronti dell’ex sottosegretario trapanese Antonio D’Ali’, pure lui indagato per concorso esterno; il giudice Antonella Consiglio, dopo avere sentito le parti, assegno’ ai pm altri sei mesi, indicando una serie di temi da approfondire. Secondo alcune indiscrezioni, nei giorni scorsi ambienti del Quirinale hanno preso contatti col procuratore di Palermo Francesco Messineo e sono stati informati degli sviluppi delle vicende giudiziarie riguardanti Saverio Romano, compreso il mancato accoglimento – allo stato – della richiesta di archiviazione.
Romano e’ tra l’altro indagato anche per corruzione aggravata dall’agevolazione di Cosa nostra (a seguito delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino) e nei prossimi giorni sara’ depositata la sentenza della Cassazione che ha condannato definitivamente a sette anni di carcere Toto’ Cuffaro: in essa si parla anche di Saverio Romano, compagno di partito dell’ex governatore della Sicilia sin dai tempi della Dc. Saverio Romano replica sostenendo di essere “tranquillo” e affermando che la scelta del Gip sarebbe legata a un “fatto tecnico”: “Il pm non aveva trasmesso i riscontri negativi alle dichiarazioni di Campanella – dice l’esponente dei ‘Responsabili’ – e il giudice glieli ha chiesti. La mia mancata nomina non e’ legata a queste vicende, ma alla mancanza di un accordo politico, che adesso stiamo cercando di raggiungere. Sono sereno, ho visto le carte dell’indagine e contro di me non c’e’ niente”.
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