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Buccinasco, il sindaco in manette

Di Lorenzo Frigerio il . Lombardia

Buccinasco, una ricca cittadina cresciuta alle porte di Milano, ma nell’immaginario collettivo legata da sempre alla provincia di Reggio Calabria, tanto da essere soprannominata significativamente “Platì 2” o la “Platì del Nord”, in ragione della presenza asfissiante delle cosche calabresi sul territorio, torna ancora sotto i riflettori dei mass media, in seguito ad una serie di arresti eccellenti conclusi nella notte tra lunedì 21 e martedì 22.
Questa volta a finire in manette non sono stati i rampolli delle famiglie Barbaro e Papalia, ma uomini politici e imprenditori molto conosciuti nella zona. Il primo di questi è il sindaco in carica, Loris Cereda, esponente del centrodestra, in predicato di passare dal PdL a FLI, ma fermato per ora nel cambio di casacca da ben altri problemi. Con lui gli uomini della Guardia di Finanza hanno arrestato anche Marco Cattaneo, assessore ai lavori pubblici e il consigliere comunale Antonio Trimboli – altro cognome che tradisce origini calabresi – entrambi collegati a Comunione e Liberazione. Manette ai polsi anche di Ettore Colella, commercialista; Umberto Pastori, dirigente di una società attiva nell’ambito della grande distribuzione e Cesare Lanati, amministratore di una società edile. Respinta invece la richiesta d’arresto per il vicesindaco Antonio Luciani. Luciani, secondo l’accusa, avrebbe tentato di «indurre indebitamente l’imprenditore Bicocchi, legale rappresentante della società Green System, che si proponeva come fornitore di beni e servizi per il Comune di Buccinasco, a corrispondere denaro o altre utilità consistiti nell’azzeramento di un debito personale di 14mila euro». Le indagini però non avrebbero concretizzato le prove del tentativo di concussione ipotizzato.
Corruzione, falso in atto pubblico sono invece le accuse contenute per Cereda nel provvedimento di custodia cautelare, richiesto dai pubblici ministeri di Milano Maurizio Romanelli, Sergio Spadaro e Paola Pirotta e autorizzato dal gip Gaetano Brusa. Ad assessore e consigliere viene contestato invece solo il falso in atto pubblico. Nell’inchiesta del pool di magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, partita un anno fa da segnalazione proveniente da funzionari dello stesso comune alla Guardia di Finanza, si ricompone il complesso giro di mazzette – a Cereda sono stati sequestrati 11.000 euro in contanti e svariati orologi di lusso – in cui il primo cittadino sarebbe coinvolto: «Si tratta di evenienze che valutate insieme alle intercettazioni, prezioso elemento investigativo che ha fatto emergere un contesto illecito di indubbia gravità, comprovano come la carica pubblica ricoperta da Loris Cereda sia stata il mezzo per la reiterazione di condotte criminose».
Diverse le vicende ricostruite nelle carte dei magistrati; si parla di almeno diecimila euro di mazzette, anche se gli accertamenti sono ancora in corso, in particolare per quanto riguarda il settore dell’edilizia pubblica; infatti, sotto i riflettori dei finanzieri sono finiti gli appalti pubblici e le forniture di servizi, ma anche la trasformazione di un’area verde, di proprietà del comune, in un parcheggio al servizio di un ipermercato della catena Auchan di prossima apertura. Grazie all’intermediazione del commercialista Pastori, nel maggio dello scorso anno, si sarebbe finalizzata la convenzione tra la Sodibelco srl, amministrata da Cesare Lanati, e il comune di Buccinasco, in favore dell’Auchan Spa. Per chiudere il cerchio, infatti e realizzare il parcheggio, serviva la modifica di destinazione d’uso dell’area e qui sarebbe entrato in gioco il sindaco Cereda, corrotto con diecimila euro nell’ipotesi accusatoria.
Un sindaco che si sarebbe dimostrato sensibile agli oggetti di lusso, visto che un altro episodio di corruttela vede al centro del rinnovo del contratto per il servizio di igiene urbana, ben tre auto di lusso avute a sua disposizione tra maggio e agosto dello scorso anno; una Ferrari nera, una Bentley e un’altra Ferrari, rosso fuoco, con la quale il primo cittadino venne avvistato in più occasioni sfrecciare per le vie di Buccinasco. Insomma, un complicato giro di promesse e affari che, come scrive il gip Brusa, mette in luce «un patteggiamento tra talune delle forze politiche insediate nel Comune» ma anche nasconde «accordi che esulano del tutto dalle finalità pubblicistiche e istituzionali che dovrebbero qualificare l’operato della pubblica amministrazione».
Quindi vicende di corruzione e non rapporti con la criminalità organizzata sono il capolinea della carriera politica di Loris Cereda. Un esito fin qui imprevedibile per un sindaco che, appena eletto, non trovo niente di meglio da fare che polemizzare con Libera, revocando il progetto di pizzeria sociale che puntava al riutilizzo ai fini sociale di un immobile confiscato in via Bramante ai sensi della legge 109/96. Si sono persi anni e finanziamenti e oggi, dopo una nuova ristrutturazione e un ritrovato accordo con la stessa Libera, che vede coinvolti altri soggetti associativi, l’immobile di via Bramante attende però ancora di essere inaugurato. Un percorso accidentato per l’immobile confiscato che nulla a che a vedere con le vicende oggi in esame, ma forse che tradisce l’impeto e la foga, non sempre segni di lucidità, con cui Cereda ha affrontato la strada politica, inizialmente negando addirittura che a Buccinasco vi fosse il problema della mafia, arrivando a ribadire che, nel caso anche vi fosse stata, non si poteva certo combattere con i simboli.
E come non cogliere, da questo particolare punto di vista, anche la ricorrenza di un altro cognome eccellente nell’inchiesta: Lanati. Il figlio Cesare è oggi in galera, il padre Guido, invece, è il sindaco passato alla storia per aver dichiarato davanti alla Commissione antimafia allora retta da Ottaviano Del Turco – siamo a Milano nel 1999 – che la mafia a Buccinasco non esisteva. L’ombra di Lanati padre si allunga anche sull’amministrazione Cereda, per il quale è assessore fino a poco tempo fa, ma anche su quella del “sindaco coraggio” Maurizio Carbonera, più volte minacciato dai clan, che lo ebbe in giunta per metà legislatura. Coincidenze? Sicuramente, ma ci auguriamo che l’autorità giudiziaria possa finalmente approfondire anche le ragioni del condizionamento ininterrotto della vita politica e amministrativa di Buccinasco da parte di Lanati, a dispetto di qualsiasi cambiamento di maggioranza politica. Oggi gli inquirenti hanno negato, per il momento, qualsiasi collegamento con altre inchieste che hanno per oggetto le infiltrazioni delle cosche nel territorio della provincia di Milano.
Per il momento, appunto.
Una nota di speranza: l’inaugurazione delle attività del presidio di Libera nel Sud Ovest di Milano proprio in questi giorni, in cui ricorre l’appuntamento del 21 marzo con la memoria e l’impegno. Il presidio, che è dedicato al primo cittadino di Pollica Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” ucciso dalla camorra nel settembre del 2010 e opererà nei comuni di Assago, Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio, parte in un contesto difficile, ma di questa presenza si avverte la necessità impellente, vista anche la latitanza della politica locale, quando non ha a che fare con fenomeni di collusione e corruzione. Nel nome di Vassallo, un sindaco di cui andare fieri a differenza di altri qui all’opera, nel Sud Ovest di Milano si lavora per un domani migliore. 

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