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Salento, duro colpo alla Scu

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Catturato mentre leggeva un libro di Ken Follet alla luce di una lampadina alimentata con la batteria di un motorino. E’ finita così la latitanza di Daniele Vicientino, 38 anni, detto “il Professore”. I carabinieri del reparto operativo di Brindisi – guidati dal tenente colonnello Gennaro Ventriglia – lo hanno scovato all’ alba in una casa colonica a Torre Santa Susanna.  In manette anche Luigi Dell’Atti, 48 anni di Erchie, accusato di favoreggiamento aggravato. Era lui il proprietario del casale in cui l’ex primula rossa, e attuale capo della Scu, si nascondeva da tempo. Già conosciuto dalle forze dell’ordine, Dell’Atti, su esplicita domanda dei carabinieri, ha negato la presenza di persone in casa.

Nell’operazione sono stati impiegati una decina di militari che hanno raccolto il frutto di un paziente e duro lavoro di intelligence durato quasi sei mesi. Sono giunti intorno alle 5 nei pressi dell’ abitazione sospetta e alle 6.15 hanno fatto irruzione nel covo del “professore”. Figura emergente della Scu, era latitante dal 29 settembre dello scorso anno quando, nel blitz condotto dal Reparto operativo speciale (Ros) dei carabinieri di Lecce e dalla Direzione distrettuale antimafia nell’operazione Calipso, fu arrestato – tra gli altri – il boss e attuale collaboratore di giustizia Ercole Penna. Vicientino è considerato dagli inquirenti elemento di grande importanza nella Scu facente capo al detenuto Antonio Vitale, diretta emanazione del capo storico Pino Rogoli.

Una mente raffinata e nel curriculum già due condanne in primo e secondo grado per 416 bis (associazione mafiosa) e precedenti per contrabbando di sigarette, droga ed estorsioni, a cui era stato affidato il compito di riorganizzare il sodalizio criminale insieme ad Ercole Penna. Come evidenzia il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Ugo Sica, era stato proprio il “Professore” ad inventare “la strategia del terrore”: «Bastava una semplice apparizione per fare sbiancare avversari e vittime delle estorsioni» affermava in una intercettazione. «Il suo – evidenzia il procuratore antimafia Cataldo Motta – era un ruolo importante, quasi un ruolo politico: aveva determinato lui la pax mafiosa cercando la via della mediazione tra i clan».

Il clan di Vicientino e Penna (ritenuto tra i più temuti collaboratori di giustizia) aveva esteso il suo potere da Mesagne ai vicini comuni di Ostuni, Oria e Ceglie Messapica. Il nuovo sodalizio si era guadagnato un ruolo di primo piano nel traffico di cocaina proveniente da Piemonte e Calabria.  Era molto attivo anche nel controllo di centri di scommesse on-line e di sale da gioco attraverso l’imposizione di forniture di slot machine da parte del noto Albino Prudentino. Con l’arresto di Vicientino si chiude il cerchio:  tutti e 11 gli indagati di Calipso sono nelle mani della giustizia.  

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