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Lombardia, operazione Redux -Caposaldo

di Gaetano Liardo il . Calabria, Lombardia

Nuovo colpo alla ‘ndrangheta in Lombardia. All’alba di oggi gli uomini della Guardi di Finanza e i carabinieri del Ros, coordinati dalla Dda di Milano, hanno eseguito 35 ordinanze di custodia cautelare. Le accuse variano da associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga, smaltimento illecito di rifiuti, estorsioni. Non mancano all’elenco gli interessi delle ‘ndrine sul mercato dell’edilizia e il tentativo dei boss di mettere le mani sul settore della security dei locali milanesi. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini coadiuvata dai magistrati  Alessandra Dolci, Paolo Storari e Galileo Proietto, hanno, inoltre, consentito il sequestro di beni per il valore di 2 milioni di euro. Tra i boss arrestati ci sono: Paolo Martino, affiliato ai De Stefano, Giuseppe Pepè Flachi, più altri esponenti dei clan Barbaro e Papalia.
 
Quella di oggi, tra Milano e Reggio Calabria, è la quarta operazione contro la ‘ndrangheta nel giro di pochi giorni. Più di cento arresti, beni per svariati milioni di euro sequestrati, e la conferma del forte radicamento dei boss calabresi in Lombardia, nel nord Italia e in numerosi stati esteri. Nonostante l’impegno costante di magistrati e forze dell’ordine, tuttavia, le ‘ndrine calabresi continuano ad essere potenti. Come se non fossero che scalfiti da arresti e sequestri. Scrivono i magistrati della Direzione nazionale antimafia che: «La ‘ndrangheta, malgrado l’incisiva e straordinaria attività di contrasto dispiegata nel periodo in esame, si manifesta e si espande sempre più sul piano nazionale ed internazionale, puntando a riaffermare la propria supremazia con immutata arroganza, soprattutto sul piano delle disponibilità finanziarie, che sono ormai illimitate, e raffinando ulteriormente il proprio agire criminale». Denaro che, ricordiamo, proviene in grossa misura dal traffico internazionale di stupefacenti, e che i boss sanno ben reinvestire. Oltre agli appetiti per l’Expo del 2015, che si terrà proprio a Milano, sono tanti i settori dove riciclare il denaro sporco. Con l’operazione di oggi, ad esempio, si evidenzia l’interesse a puntare sulla security dei locali della vita notturna milanese. Oppure i contatti sviluppati con il mondo dei vip, con i quali i boss calabresi avrebbero stretto legami e contatti utili anche per sviluppare interessi in svariati altri settori.

Un’ulteriore conferma della capacità della ‘ndrangheta di mettere solidi radici a Milano e in Lombardia. L’ultima relazione della Direzione nazionale antimafia, presentata la scorsa settimana ha parlato, senza mezzi termini, di colonizzazione. «Qui la ‘ndrangheta ha “messo radici”, divenendo col tempo un’associazione dotata di un certo grado di indipendenza dalla “casa madre”, con la quale però comunque continua ad intrattenere rapporti molto stretti e dalla quale dipende per le più rilevanti scelte strategiche». «In altri termini si legge ancora nella relazione -, in Lombardia si è riprodotta una struttura criminale che non consiste in una serie di soggetti che hanno semplicemente iniziato a commettere reati in territorio lombardo», ma dell’importazione di: «Linguaggi, riti, doti, tipologia di reati (che, ndr) sono tipici della criminalità della terra d’origine e sono stati trapiantati in Lombardia dove la ndrangheta si è trasferita con il proprio bagaglio di violenza».

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