Sgarbi si scusa e Giacalone ritira la querela
Arrivano le scuse da parte del sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, e il giornalista, Rino Giacalone, appellato come “mafioso” decide di ritirare la querela. La vicenda era finita in tribunale dopo un’esternazione del sindaco che durante una conferenza stampa accusò di “mafiosità” il cronista de “La Sicilia” , Rino Giacalone, a causa di un articolo di ricostruzione storica e giudiziaria che in un articolo per il sito di
Articolo 21 aveva tracciato la
storia criminale di Salemi e richiamato il condizionamento mafioso.
Oltre a citare i cugini Nino e Ignazio Salvo aveva parlato del ruolo
politico dell’ex deputato regionale Pino Giammarinaro che aveva
sostenuto la candidatura di Sgarbi. Ora il sindaco Sgarbi ha
riconosciuto che quell’articolo “avrebbe
meritato – invece delle accuse da me espresse pubblicamente nei
confronti del giornalista – un dovuto approfondimento non trattandosi,
infatti, di accadimenti lontani nel tempo ma recenti, che nella
comunità di Salemi, come nel resto della Sicilia, persistono nel
produrre i propri effetti”.
«Ho deciso di ritirare la querela prendendo atto che oggi le dichiarazioni di Sgarbi sono ben diverse da quelle fatte in quell’occasione quando ebbe a rispondermi dandomi del mafioso – dichiara Rino Giacalone – ha chiesto scusa per questa affermazione e lo ringrazio; è altrettanto importante il fatto ha dimostrato una nuova consapevolezza, usando paroli non comuni nel trapanese, raramente sentite pronunciate da sindaci, tranne rarissime eccezioni». «Una volta qui si diceva che la mafia non esisteva – continua il giornalista – mentre c’erano morti ammzzati per le strade e stragi, oggi i politici dicono che la mafia è battuta, in fin dei conti il messaggio che continua a passare è sempre lo stesso, Cosa nostra non c’è. E invece così non è, c’è un grosso latitante che comanda ancora la mafia e abbiamo capito non solo quella trapanese, la recente relazione della procura nazionale antimafia ci dice che Cosa nostra non è solo palermitana ma sopratutto trapanese».
«Spero che la dichiarazione fatta dal sindaco Sgarbi – conclude – non sia stata finalizzata solo a chiudere un procedimento ma ad aprire una nuova stagione, la mafia non va messa in museo, ci sono mafiosi che debbono andare in carcere e perchè questo avvenga magistratura e forze dell’ordine non potranno fare mai abbastanza se non ci sarà un vero risveglio culturale. Spero che Sgarbi si faccia convinto, come diceva Paolo Borsellino, che una sentenza di assoluzione pronunciata da un Tribunale non sempre è una sentenza di assoluzione che ha valenza sociale, la giustizia può non avere trovato le prove come le vuole la legge e quindi assolve, ma ci sono elementi morali ed etici che possono pure essere presenti e che solo la società civile può sanzionare. E in provincia di Trapani casi di questo genere ce ne sono diversi e si colgono nelle poche sentenze di assoluzione pronunziate, perchè la maggiorparte sono state sentenze di condanna magari, altro guaio, passate gravemente sotto silenzio».
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