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L’altra Calabria da raccontare

Di Daniela De Crescenzo il . Calabria

«Grazie a chi sta riscrivendo il futuro negli occhi dei nostri figli: a chi si sta adoperando per la legalità a Vibo»: il manifesto con il la scritta e il volto di un bambino, campeggia per le strade del capoluogo calabrese.   Lo ha ideato, stampato e fatto affiggere a proprie spese da un’ agenzia di comunicazione di  Cosenza, la Vircillo & Succurro, formata da giovani e giovanissimi, tutta gente tra i venti e i trenta anni. «Siamo sempre stati impegnati nel sociale – spiega Luigi Vircillo –  e in passato abbiamo spesso denunciato quello che non ci piaceva. In un nostro manifesto, ad esempio, abbiamo trasformato la Calabria in una pistola. Ma adesso siamo sicuri che la vera provocazione sia raccontare quello che in questa regione finalmente cominicia a funzionare».

E, provocazione nella provocazione, hanno deciso di cominciare dalla Giustizia: nel tribunale di Vibo, infatti, c’è stata per la prima volta un’inversione di tendenza e invece di accumulare procedimenti pendenti si è cominciato a smaltire l’arretrato. E questo grazie all’impegno del  presidente del Tribunale Roberto Lucisano, del presidente della sezione civile Antonio Di Marco, del  procuratore Mario Spagnuoloe del responsabile della sezione fallimentare, Fabio Regolo che ha girato l’immagine a tutti i colleghi con una dedica: «Pensando a tutti i colleghi che tra mille difficoltà, di ogni idea, funzione o ruolo, e in ogni dove, lottano con onestà, dignità e professionalità per dare un senso all’articolo 3 della Costituzione». E’ l’articolo che stabilisce: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Per attuarlo serve una giustizia che funzioni. E a Vibo ce la stanno mettende tutto. Spiega il presidente della sezione civile, Antonio Di Marco: «Questo manifesto ci ripaga di tutti i sacrifici che stiamo facendo per riconquistare la fiducia della gente nelle istituzioni e nello Stato».

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