Processo Rostagno, in aula i carabinieri che indagarono sul delitto
L’udienza pomeridiana in Corte di Assise è ripresa con la testimonianza dell’allora (1988) colonnello Nazareno Montanti (generale in pensione) che comandava il reparto operativo. Ha detto che ha curato le indagini preliminari sul delitto Rostagno perchè trasferito da Trapani nell’agosto 1989. Conosceva già Rostagno, una conoscenza che risaliva al tempo in cui lui lavorava a Milano. “La sera del 26 settembre 1988 da Napola seppero di una sparatoria, via radio seppe che avevano sparato a Rostagno e lo stavano portando in ospedale, andammo in ospedale arrivai mentre lo uscivano dall’ambulanza, secondo me era vivo tanto che gli dissi “vai Mauro che ce la fai” poi seppi che era morto … ” Erano in 15 a fare le indagini. Si indagava già sulle irregolarità dentro la Saman.
Come si combatteva la mafia nel 1988 a Trapani
Il nucleo operativo dei carabinieri di Trapani era composto in tutto da 15 uomini e al’epoca del delitto Rostagno erano già alle prese con il delitto, di 12 giorni prima, del giudice Giacomelli e di altri omicidi pregressi. Nostro primo impulso fu quello di pensare che non si doveva trattare di professionisti ma di qualcuno che era andato un po’ alla carlona (rubando una macchina nel marzo 1988 e tenendola conservata in un luogo sicuro in attesa di usarla? chiede il pm Francesco De Bene nel frattempo subentrato al pm Ingroia). Non scartavamo nulla – ha risposto Montanti – ma dovevamo tenere conto di quello che avevamo in mano e cioè irregolarità amministrartive dentro la Saman e allora pensavamo che Rostagno che era un galantuomo poteva avere scoperto queste irregolarità … Montanti ha confermato che le utenze telefoniche intercettate nel 1988 furono quelle di Saman perchè pensavamo che il delitto era maturato in quell’ambito. Peraltro, ha detto l’ex ufficiale dei carabinieri, sapevamo già che Rostagno non aveva buoni rapporti con Cardella. Anni dopo ho saputo che per questi fatti Cardella fu condannato. Abbiamo saputo che Cardella si trovava a Milano e che riuscì a partire da Linate per Palermo nel giro di poco tempo, salendo in aereo senza prenotazione e biglietto. Circostanza riscontrata perchè personale dell’aeroporto ci riferì della presenza di un uomo che si agitava e voleva partire a tutti i costi.
Contestammo a Cardella che però ci mise troppo tempo per raggiungere Napola (la stazione dei carabinieri) da Puinta Raisi sebbene avesse un’auto di grossa cilindrata la Benteley, ma lui ci diede risposte vaghe. Sui giornali si scriveva che era stata la mafia a uccidere Rostagno ma Rostagno non era l’unico che come giornalista scriveva contro la mafia… A pagina 13 del rapporto firmato dal col. Montanti il 26 novembre 1988 sul delitto Rostagno la pista mafiosa (parole del pm Del Bene) viene sbeffeggiata, sul perchè i carabinieri scelsero di tenere questo atteggiamento l’opposizione dell’avv. Mezzadini difensore di Virga ha impedito la risposta. Nel rapporto oltre agli episodi di malamministrazione dentro Saman come ipotesi del delitto, si fa riferimento allo spaccio di droga scoperto da Rostagno e all’allontanamento di alcune persone. Rostagno, ha detto Montanti, era una persona severa, voleva sapere chi entrava e usciva dalla comunità, insomma era un personaggio scomodo, ma per la Saman….
Pista mafiosa tanto cara a certi organi di informazione e ai responsabili della Saman. Non avevamo nulla sulla pista mafiosa: Montanti ha detto che i suoi collaboratori gli hanno riferito degli interventi che faceva Rostagno in tv, “io non li ho mai sentiti perchè tornavo a casa la sera tardi”…Ma le cassette avete mai pensato di acquisire le (chiede l’avv. Ranno) Nell’immediatezza no fino a quando c’ero io no. Secondo il col. Montanti le trasmissioni di Rostagno non erano seguite, non ne ho sentito parlare ha spiegato, e poi io non le vedevo. Il pm Del Bene gli ha chiesto se lui avesse precisa contezza come investigatore della presenza mafiosa, della forte incidenza mafiosa nel territorio, ma anche in questo caso la difesa ha cercato di fermare la risposta. Certamente dalla risposta è emerso che la pista mafiosa non è stata mai battuta dai carabinieri che peraltro hanno scartato l’attività di denuncia di Rostagno, “se la faceva se ne assumeva le responsabilità. Il sindaco poteva querelarlo…..” Il sindaco querela ha detto il pm, il mafioso spara”.
Non sono state molto approfondite le risposte del col. Montanti, molti i non ricordo, molte le sorprese, quando uno dei difensori di parte civile gli ha chiesto sull’uso di armi per il delitto Rostagno e gli ha parlato di un revolver, lui ha risposto dicendo “perchè c’era un revolver?”….
Risposta clamorosa del col. Montanti. La difesa di Chicca Roveri e Maddalena Rostagno, avv. Miceli, ha portato in aula un verbale di interrogatorio dell’ufficiale da parte del procuratore di Trapani Garofalo il 13 settembre 1996. Montanti rispondendo a Garofalo disse che le intercettazioni (quelle sulle utenze Saman) furono attivate il 13 maggio 1989, un anno dopo il delitto. Queste per lui erano le uniche intercettazioni … Avevo fatto i conti che Cardella aveva impiegato meno di 20 minuti per arrivare dalla sua casa di Milano all’aeroporto di Linate, e un’ora e mezza per arrivare da Punta Raisi a Napola. Per il col. Montanti la versione di Cardella sui suoi spostamenti il 26 settembre 1988 non tornavano, quantomeno dal punto di vista temporale. Venti minuti per muoversi a Milano, arrivare in aeroporto, fare il biglietto imbarcarsi in tempo sull’aereo e poi un’ora e mezza per arrivare con un’auto di grossa cilindrata come la sua Benteley a Napola dall’aeroporto di Punta Raisi, un fatto che non ci convinceva. Incontrammo Cardella alla stazione dei carabinieri di Napola…..
Indagini a vuoto
Il generale Montanti è tornato a dire che in un anno di indagini non furono trovati elementi che portavano alla pista mafiosa, guarda caso anzi durante le indagini finivano per raccogliere elementi che escludevano la responsabilità mafiosa, come se qualcuno lungo la strada delle loro indagini poneva questi elementi, ma questo pensiero non sovvenne mai a chi indagava. Uno degli elementi sono le cartucce ricaricate, non erano i mafiosi soliti fare in questo modo, “era abitudine semmai dei cacciatori che così risparmiavano”. Nella parte finale della sua deposizione il generale Montanti ha parlato del procuratore dell’epoca, dott. Coci, “era inavvicinabile non gli si poteva parlare”…..Questa risposta l’ha data quando il pm Del Bene è tornato a chiedere delucidazioni sulle intercettazioni non fatte…. Per primi sul posto siamo arrivati noi, carabinieri di Napola, poi noi del nucleo operativo, dopo mezz’ora la polizia. Ma lei ha letto il verbale dei carabinieri di Napola? Non l’ho letto. Ma c’è? Credo di si. Noi qui, dice il presidente, abbiamo solo il verbale dei rilievi del brigadiere, oggi maresciallo Cannas, come mai se lui è tra gli ultimi che arrivò? Lei in grado di dire chi per primo arrivò sul posto? La Roveri, quando i carabinieri arrivano Rostagno era stato già portato in ospedale. Noi abbiamo un verbale di sopralluogo fatto il 10 novembre del 1988, me lo spiegare come mai? Non glielo so spiegare…..
Avete capito perchè ci sono voluti 22 anni per arrivare al processo…..Le risposte continuano….Nella vettura fu trovata una borsa con dentro tessere di due club, due denti, una tessera per noleggio di cassette…Subito fu fatta perquisizione alla comunità Saman per vedere se era entrato o uscito qualcuno, penso che andarono poliziotti della Mobile e Cannas. Dagli accertamenti risultò che nessuno era entrato ed uscito. Rostagno proveniva da Rtc. Quella sera fra la parte di acquisizione dei reperti e sentire le persone abbiamo finito alle 5 di mattina q
uella sera ci siamo basati sulle dichiarazioni della ragazza, nessuna perquisizione fu fatta a Rtc. A me non risulta….Quando sono arrivato io c’era la portiera del guidatore aperta, non so se i militari arrivati sul posto trovarono la portiera aperta. L’auto quando fu rimossa? Probabilmente la mattina. Fu fatta attività di perlustrazione nella zona? Per quel che ricordo si. E l’auto come fu trovata? Le modalità esatte non le ricordo so che è stata ritrovata in questa cava l’auto bruciata. Sa se questa cava era stata già controllata? No.
Non mi occupai della pista interna…
La sera del delitto ero già a casa, sul posto arrivai attorno alle 21,30, un quarto d’ora prima era stato avvertito. Nel verbale originario disse che era stato avvertito alle 20,40, come mai arrivò alle 21,30. C’era da fare un tragitto preciso che necessitava del tempo. Quando arrivai c’era un sacco di gente, carabinieri, c’era il nostro fotografo che faceva i rilievi, la radiomobile, che fecero i rilievi planimetrici. Il cadavere di Rostagno lo vidi all’obitorio, sul posto c’era solo l’auto. L’auto aveva i fari accesi, era ferma al centro del trivio con direzione verso Saman che da lì dista 400 metri, aveva anabbaglianti accesi, motore spento con chiavi inserite prima ingranata. Non seguii in modo analitico tutte le indagini. Ricevetti la notizia da Silvana Fonte di una fiat uno che entrò in quella strada poi uscì e prese la strada per Valderice.
Come mai il verbale di sopralluogo da lei firmato è del novembre 1988? E’ un verbale di sopralluogo sommario, del 10 novembre 1988, allora era così, vigenza vecchio codice, termini diversi, raccoglievamo tutto, e poi facevamo il rapporto che poteva essere preliminare o conclusivo. Anche Cannas è stato oggetto di interrogatorio da parte del procuratore Garofalo nel 1996 quando le indagini furono riaperte. Non sembra essere cosa normale che chi indaga poi finisca con l’essere testimone o persona informata dei fatti. Cannas ha detto che ad occuparsi più che altri dalle indagini era il maresciallo Santomauro, era lui che si occupava di questi reati.
Il maresciallo Santomauro ora in pensione è notorio che è stato uno degli investigatori di punta nelle indagini antimafia, si occupava delle indagini sebbene il generale Montanti ha appena finito di dire che la pista mafiosa non era battuta? Nell’auto dietro caduto per terra c’era un borsone di colore marrone, c’era anche un giubbotto. Il borsone era chiuso, lo aprii e dentro c’erano biglietti da visita, rivista, una protesi dentaria, occhiali, una agenda bianca non scritta … Quando ebbi a finire il sopralluogo sul luogo del delitto mi sono recato alla stazione dei carabinieri di Napola, lì davanti vidi che c’era Cardella credo con Monica Serra, la ragazza che era con Rostagno al momento del delitto. Ho saputo che poco prima era stato controllato a Fulgatore da una pattuglia mentre viaggiava con la sua auto in direzione Napola. Tornando ai rilievi ha detto che a terra c’erano sei cartucce calibro dodici, metà inesplose, poi un pezzo di legno della canna del fucile e l’anello che serve a tenere bloccata la canna del fucile. Avete trovato una cassetta con sopra scritto non toccare sulla macchina? No, quello che ho visto ho fotografato, cassette non ce ne erano. Non ho mai sentito parlare nessuno di questa cassetta. Nel 1996 però rispondendo a Garofalo, Cannas aveva detto che invece aveva sentito parlare di questa cassetta, cercata e non trovata. Se ne parlava di questa cassetta non toccare. Ma nel rapporto dei carabinieri del novembre 1988 a questa circostanza nessuno fa riferimento.
Cannas ha poi ricordato un incontro d’estate nel 1988 in via Torrearsa a Trapani con Rostagno, Chicca Roveri e l’avv. Esposito. Era da tempo che non ci vedevamo, gli chiesi che fine aveva fatto. Non ebbi l’impressione che ci poteva essere qualcosa di particolare. Ma sempre dall’interrogatorio di Garofalo emerge che con Rostagno, appartandosi, parlarono delle indagini su Calabresi, io invece chiesi cosa sapeva dello spaccio di droga dentro Saman, si trasformò in volto e mi disse che me ne avrebbe parlato venendomi a trovare. Il maresciallo Cannas ha escluso di avere mai seguito una pista e una cosidetta pista interna. Ha ribadito di essersi interessato di fatti singoli, specifici, su delega. Ebbi delegato dal pm l’arresto di un soggetto, Riccomini, per lo spaccio di droga dentro la Saman, arrestammo anche Massimo Oldrini, nel contesto gli chiesi dove comprava l’eroina, lui mi disse che si recava a Palermo, dietro al Palazzo di Giustizia e la dava a Genovese, un’altra volta a Coen, a Torinese e questo per 40, 50 volte, bisogni personale di loro. Feci una relazione e una lettera mandata al giudice istruttore che era il dott. Messana. Cannas ha confermato di avere seguito la cosidetta pista Graffeo, secondo la testimonianza della Fonte Silvana aveva visto un personaggio che era alla guida descrivendolo, raccolsi delle foto, le feci vedere alla ragazza, e lei indicò la foto numero 4 il soggetto che poteva somigliare a quello che guidava la macchina, Graffeo Salvatore, pregiudicato di Marsala, nessuna aderenza con criminalità organizzata, consegnai il rapporto al pubblico ministero e credo che di quella pista non se ne fece nulla perchè ripetuto il riconoscimento la ragazzina non lo riconobbe più.
Capitolo intercettazioni? Io so poco delle intercettazioni, l’ho saputo in occasione delle sommarie informazioni dinanzi al procuratore Garofalo, io non so nulla di intercettazioni.
Liti tra Cardella e Rostagno? Per sentito dire. Cardella ogni tanto veniva, chiedeva appuntamenti, cercava di capire, feci relazione di questo comportamento. Un pomeriggio venne, anzi due volte. Poco dopo il delitto venne con la Roveri a presentarmi Aldo Ricci che doveva prendere il posto di Rostagno. Rostagno mai mi parlò di incontri col giudice Falcone. L’ultima volta che lo vidi Rostagno mi disse frasi ad effetto, non ti preoccupare se ho tempo vengo e ne parliamo. Ricordo di un incontro successivo a quell’incontro in centro storico, non mi ha però detto nulla. Rostagno le avrebbe detto che gli avevano allungato la vita di un mese, “è una cosa della quale si è sentito parlare” a me disse solo se mi lasciano il tempo ti vengo a trovare, ma per me era un intercalare, una frase ad effetto”. Cannas fu trasferito dal nuicleo operativo provinciale nel 1996, al tempo in cui veniva sentito dal procuratore Garofalo per le sommarie informazioni nell’ambito del riaperto fascicolo di indagine sul delitto Rostagno. Con Cardella ebbe un incontro più lungo mesi dopo essere venuto con la Roveri, come se lui avesse saputo qualcosa sulle indagini che riguardavano la Saman. Mi esternò il suo fastid
io per attività di indagine nei confronti della Saman. Mi diceva che Rostagno voleva fare il senatore; fece cortile più che altro.
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