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Operazione “Crimine 2”

Di Anna Foti il . Calabria

41 ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite, nell’ambito dell’operazione denominata “Il Crimine 2”, dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros, insieme alla Squadra mobile della Questura reggina e alla Polizia tedesca. Le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata a decine di reati (armi, esplosivi e munizionamento, delitto contro il patrimonio, ma anche riciclaggio, corruzioni, favoreggiamento latitanti e tanto altro). Grande rilevanza assume nel panorama criminale la forza intimidatoria del vincolo associativo.  34 le ordinanze in corso di esecuzione da parte dei Carabinieri, di cui sei in Germania, e sette dalla Polizia, di cui cinque in Canada ed Australia. Tra le persone raggiunte dall’ordinanza di restrizione della libertà, anche Francesco Maisano, 46 anni, boss della ‘ndrangheta, rimasto asserragliato per alcune ore nel bunker che si era fatto costruire nella sua abitazione di Palizzi, in provincia di Reggio.

A  rispondere per i medesimi capi di accusa anche Giuseppe Pelle, Giovanni Ficara, Rocco Morabito, Antonino Latella, Vincenzo, Antonino e Francesco Pesce, Carmelo Iamonte e Antonio Ursino e con Domenico Alvaro (deceduto).  L’inchiesta ‘Crimine2’ rappresenta la prosecuzione dell’operazione “Il Crimine” condotta dalle Dda di Reggio Calabria e Milano che il 13 luglio 2010 con l’arresto di 304 affiliati alla ‘ndrangheta tra Calabria e Lombardia. I provvedimenti restrittivi eseguiti hanno, naturalmente, riguardato affiliati alla ‘ndrangheta indagati nell’operazione Il Crimine nei confronti dei quali lo scorso anno non era stato disposto l’arresto. Altro capitolo di gravissima entità di questa operazione le ordinanza di custodia cautelari intercontinentali, in Canada, e addirittura nell’emisfero Australe, in Australia.

 Tra le persone assicurate alle forze dell’ordine anche l’ex sindaco della città australiana di Stirling, Tony Vallelonga, originario di Nardodipace in provincia di Vibo Valentia, emigrato in Australia oltre 30 anni fa. Sindaco di Stirling per nove anni, dal 1996 al 2005, Vallelonga nel corso delle indagini, è stato anche intercettato proprio mentre discuteva degli assetti operativi della ‘ndrangheta in Australia con il boss di Siderno, in provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Commisso, detto ‘u mastru’. L’indagine ha accertato la presenza di ‘locali’ della ‘ndrangheta in Australia, dove il gruppo criminale era denominato Thunder Bay, ed in Canada, in particolare a Toronto, tutti costituiti da cosche della Locride. Stesse dinamiche criminali accertate dagli inquirenti in Germania dove i carabinieri hanno arrestato, tra gli altri, il boss Bruno Nesci, capo del ”locale” e sempre in Germania gli investigatori hanno documentato una riunione tra affiliati con esponenti della criminalità organizzata calabrese provenienti dalla Svizzera. Inoltre ad una delle persone arrestate, Antonio Domenico Ciancioruso, uno dei capi del locale di Singen, la polizia tedesca ha sequestrato una pistola illegalmente detenuta e cartucce per pistola calibro 38.  Dunque la fotografia illustrata dal procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, è quella di quattro paesi, Canada, Australia, Germania e Svizzera ove sono radicato veri e propri centri operativi, i cosiddetti, ‘locali’ della ndrangheta. Sarebbero le ‘ndrine joniche a dominare in Canada e Australia e quelle tirreniche in Germania e Svizzera.   Esportato al nord Italia e all’estero il medesimo modello con strutture gerarchiche e unitarie, con l’esistenza di organismi (“provincia”, “mandamento” e “locali”), di gradi (sgarrista, santista, vangelo) e di ruoli (“cariche”). Un assetto mafioso, dunque, basato su una struttura gerarchicamente organizzata, in cui le decisioni vengono assunte dal vertice provinciale (‘La Provincia’)  di Reggio Calabria, nel rispetto rigoroso di regole e procedure, lasciando tuttavia alle dipendenti articolazioni esterne (‘Mandamenti’: Tirrenico, Centro e Jonico all’interno delle quali individuare ‘Le locali’) ampi margini di autonomia nella gestione delle attività criminali nel territorio ove operano.

Le ”locali” costituite fuori dal territorio della provincia di Reggio Calabria rispondono alla “Provincia” direttamente o attraverso “locali” di uno dei tre “mandamenti” reggini. Solo la Lombardia presenta la peculiarità che i suoi “locali” sono collocati in una struttura, assimilabile al “mandamento”, denominata “Lombardia”.  Sulla base di tale struttura organizzativa, ecco l’elenco delle strutture della ‘ndrangheta in Italia cui fanno capo le articolazioni all’estero: Societa’ di Rosarno; Società di Polistena; Locale di Gioia Tauro; Locale di Laureana di Borrello; Locale di Sinopoli; Locale di Oppido Mamertina; Locale di Bagnara Calabra; Locale di San Giorgio Morgeto; Locale di Croce Valanidi;  Locale di Oliveto; Locale di Trunca e Allai; Locali della zona sud di Reggio Calabria;  Società di Melito Porto Salvo; Locale di Palizzi Superiore; Locale di Roghudi; Locale di Africo; Locale di Condofuri; Locale di Natile di Careri; Società di Siderno; Locale di Grotteria; Locale di Gioiosa Jonica; Locale di Marina di Gioiosa Jonica; Locale di Caulonia; Locale di Mammola; Locale di Canolo; Locale di San Luca; Locale di Piscopio; Locale di Vibo Valentia; Locale di Fabrizia; Locale di Cassari di Nardodipace; Locale di Torino; Locale di Alba; Locale di Genova.  Queste invece le strutture canadesi ed australiane di riferimento all’estero: Locale del Thunder Bay (Canada); Locale di Toronto (Canada); Locale di Stirling (Australia).  

L’indagine, inoltre, ha consentito di accertare le ramificazioni  della ‘ndrangheta a Torino, dove la criminalita’ calabrese era rappresentata da Giuseppe Catalano e Francesco Tamburi, e a Genova, con la presenza di altri due esponenti di spicco della criminalità calabrese, Domenico Belcastro e Domenico Gangemi.

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