La squadra del bene? Conta su 116 membri
Sono 116 le associazioni, enti, cooperative, consorzi e fondazioni che in 11 regioni gestiscono a fini sociali (come previsto dalla legge 109 del 1996) beni ‘strappati’ alla criminalità organizzata. Così risulta dalla ricerca ‘Beni confiscati alle mafie: il potere dei segni’, elaborata dall’Agenzia per le Onlus in collaborazione con la Fondazione Libera informazione.
Tra queste ‘buone pratiche’ ne troviamo 31 in Sicilia, 27 in Campania, 19 nel Lazio, 10 in Calabria, 8 in Lombardia e Piemonte, 5 in Puglia, 3 in Veneto e Sardegna, 1 in Toscana e Basilicata. Molto diversificata la tipologia dei beni utilizzati. Abbiamo così 35 ville e palazzine, 20 terreni, 20 appartamenti, 20 locali commerciali, 20 fabbricati e un’azienda (la cooperativa Calcestruzzi Ericina Libera di Trapani). Tra le finalità di utilizzo ci sono iniziative di cittadinanza (43 casi), disabili (24), giovani (16), infanzia (16), minori a rischio (13), anziani (9), migranti (4), tossicodipendenti (4), imprenditoria (4), vittime di violenze e abusi (3), famiglie in difficoltà (3), detenuti e ex detenuti (2). Impegno non facile. Come segnala la ricerca ben il 57,% è stato consegnato in un grave stato di degrado e di abbandono, mentre nel 42,9% dei casi le realtà affidatarie hanno avuto forti difficoltà di tipo economico e nel 23,2% anche burocratiche.
Non sono mancati (12,5%), purtroppo, danneggiamenti e intimidazioni da parte delle cosche che non tollerano di perdere la ‘cosa loro’. Ma tutto questo non ha fermato la ‘squadra del bene’. Dalla pubblicazione della ricerca un anno fa, sono almeno una decina le nuove iniziative sorte.
* tratto da l’Avvenire
Trackback dal tuo sito.