NEWS

Escalation di minacce contro i giornalisti

Di Gaetano Liardo il . Calabria, Campania, Lazio

Sono sei i cronisti minacciati in Italia nel giro di pochi giorni. Una situazione esplosiva, soprattutto perchè le minacce arrivano anche laddove nessuno se le aspetterebbe. Nel Lazio, ad esempio. E’ il caso di Daniele Camilli giornalista de “l’Opinione di Viterbo e Lazio Nord” e attivista del Centro per i diritti del cittadino di Vetralla. Il 18 febbraio nel suo ufficio ha trovato una busta con la scritta: «Sei morto». Non è la prima intimidazione subita da Camilli, ma sicuramente è la più allarmante. La “colpa” del cronista è quella di aver scritto numerosi articoli sulla presenza della mafie che, nel viterbese, fanno affari e riciclano denaro sporco. Una quiete che, evidentemente, non deve essere disturbato dalla curiosità della stampa. Daniele Camilli questa quiete l’ha rotta, raccontando un’altra Viterbo. Un territorio dove gli sportelli bancari spuntano come i funghi, dove le ecomafie fanno affari sulla salute dei cittadini. Citando relazioni della Banca d’Italia, il dossier sulle mafie nel Lazio di Libera Informazione, il dossier ecomafie di Legambiente. «Spero sia soltanto uno scherzo di cattivo gusto», ha commentato Camilli che, comunque, ha sporto denuncia.

Il 28 febbraio tocca invece a Fabio Cosma Colombo, giornalista e fotografo di “Metropolis”, quotidiano campano dell’area vesuviana. Inviato dal giornale a scattare delle foto della scena di un delitto, che successivamente si è scoperto essere un suicidio, è stato violentemente picchiato. Una scena da linciaggio. Aggredito da due energumeni, probabilmente parenti o amici del suicida, è caduto a terra e ha perso i sensi. Continuando, però, ad essere picchiato. Il primo marzo, invece, una busta contenente proiettili è stata recapitata alla sede Rai di via Teulada. Destinatari: Michele Santoro, Marco Travaglio, Peter Gomez e Gianni Barbacetto. Anche in questo caso, non si tratta di una novità. Purtroppo. Giornalisti minacciati, picchiati, aggrediti, sfiduciati, isolati. Sono molti i modi per far tacere l’informazione, così come sono tanti, troppi, i casi che si verificano. Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio della Federazione della stampa e dell’Ordine dei giornalisti diretto da Alberto Spampinato, nell’ultimo rapporto del 2010 dà dei dati allarmanti.

Nel biennio 2009 – 2010 sono stati minacciati, in vario modo, oltre 400 giornalisti. Nello stesso periodo sono state denunciate 78 intimidazioni. Di queste 54 di natura collettiva, e 24 a singoli giornalisti. Venti cronisti minacciati in Calabria, che è la regione più colpita. Sedici casi nel Lazio, dieci in Sicilia e Campania, nove in Lombardia, quattro in Puglia, due in Piemonte, Veneto e Toscana. Un bollettino da campo di battaglia. Nel silenzio dell’informazione, anche se ciò appare paradossale, e nell’immobilità della politica, più interessata ad imbavagliare la stampa che a difendere i giornalisti. Tra le varie modalità per minacciare un cronista ce ne sono anche di più sottili. Le querele temerarie, ad esempio. La richiesta di risarcimenti civili per somme di denaro che un cronista non potrà mai riuscire a pagare. Cinquanta o cento mila euro per gli articoli che appaiono sulle testate locali, cifre con sei zeri per quelle nazionali. Per far tacere un giornalista c’è anche l’isolamento. Caso emblematico è quello di Giuseppe Baldessarro, cronista de “Il Quotidiano della Calabria” e collaboratore de “La Repubblica”. Ha subito numerose minacce dalla ‘ndrangheta, ma si è trovato solo. Nessuna solidarietà dal mondo politico, né tanto-meno dal sindacato calabrese dei giornalisti. Anzi.

Sia la politica che il sindacato hanno, in più occasioni, osteggiato Baldessarro. In un recente convegno a Roma organizzato da Ossigeno Baldessarro aveva dichiarato: «Le minacce nel nostro mestiere non arrivano solo dalla criminalità, da quella ci difendiamo. Le minacce arrivano dal Sistema, arrivano dai politici che telefonano al direttore e insinuano sul tuo lavoro». Aggiungendo che: «Purtroppo non abbiamo strutture che ci difendono: Ordine e sindacato sono assolutamente assenti». La risposta ricevuta da Carlo Parisi, segretario dell’assostampa calabrese non è stata delle più felici: «Se la gente non è solidale con chi scrive – ha commentato a stretto giro Parisi sul sito del sindacato  – bisognerebbe chiedersi se e quanto sia attendibile ciò che si scrive». 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link